Attualità
Smartphone e intelligenza artificiale: la scuola cambia ancora

Dopo il divieto già introdotto per i più piccoli – e alla luce dei numerosi studi sugli effetti dei device su concentrazione e rendimento – il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha deciso di estendere lo stop agli smartphone anche nelle scuole superiori, con una circolare ministeriale dedicata. Insomma, quest’anno si torna in classe senza cellulare.
L’obiettivo è chiaro: tutelare la salute dei ragazzi, la qualità dell’apprendimento e le relazioni tra coetanei. L’esperienza olandese, dove il divieto è in vigore dal 2024, sembra confermare la bontà della misura: il 75% delle scuole segnala un miglioramento della concentrazione degli alunni, mentre il 59% dei dirigenti parla di rapporti sociali più sani.
Farnetani: “Serve educare a un uso consapevole”
Ma cosa ne pensa un pediatra che da sempre osserva da vicino il rapporto tra giovani e tecnologie?
«La scuola non può essere fuori dal tempo – sottolinea Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria alla Libera Università degli Studi di Scienze Umane e Tecnologiche di Malta –. Smartphone e intelligenza artificiale possono essere strumenti didattici utili, soprattutto per insegnare ai ragazzi un uso consapevole. Ma attenzione: vanno bene in classe, non durante le pause o la ricreazione».
Secondo Farnetani, infatti, «nei momenti di socialità è utile una vera e propria disintossicazione dal cellulare, per recuperare la capacità di relazionarsi faccia a faccia. La scuola deve formare anche a vivere in una società civile, e da questo punto di vista il divieto ha un valore educativo».
Sulle nuove regole della Maturità, invece, il pediatra aretino non ha dubbi: «Io abolirei l’esame. È fonte di ansia, non ha reale utilità e comporta uno sforzo organizzativo enorme per le scuole. Dopo cinque anni, sono i docenti che hanno seguito i ragazzi a dover decidere promozioni e bocciature, non un sistema complesso di prove ed esaminatori esterni».