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mercoledì | 03-09-2025

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Attualità

Addio a Franco Caldelli, l’Arezzo perde un pezzo di storia e io un amico di lunghi lunedì

Ieri è venuto a mancare Franco Caldelli, una figura storica dell’Unione Sportiva Arezzo e un amico con cui ho condiviso tante chiacchierate, passioni e momenti indimenticabili. Dal 1980 al 1992 Franco ha ricoperto diversi ruoli nel club amaranto: dirigente, responsabile delle pubbliche relazioni, vicepresidente. Era una di quelle persone che vivevano la squadra con il cuore, senza riserve. Furono anni indimenticabili gli anni 80, culminati con la promozione in serie B e sei stagioni consecutive tra i cadetti. Era un calcio più autentico, genuino, passionale. Probabilmente il periodo in cui l’Arezzo ha prodotto i migliori risultati.
Ricordo bene i nostri lunedì, dopo ogni partita, quando ci incontravamo alla sua concessionaria “Aretina Motori” di via Calamandrei. Se l’Arezzo perdeva, Franco aveva gli occhi lucidi, non riusciva a farsene una ragione. La sua passione per l’amaranto era viscerale, autentica.
Alla fine degli anni Novanta si trasferì in Brasile. Nel 2003, quando andai a Rio de Janeiro per un documentario, fu lui a farmi da guida, a consigliarmi dove andare e dove no, a portarmi dentro l’anima di quella città. Insieme assistemmo a un Flamengo-Fluminense al Maracanã: un’esperienza unica. Ricordo ancora quando, prima della partita, vedendo la maglia della Fluminense con la predominanza amaranto, non ebbi dubbi e la comprai, con il numero 10 di Romario. Il Flamengo giocava in casa, lo stadio era per tre quarti colorato di rossonero, ma io tifai Fluminense. A Franco la cosa lo rese particolarmente allegro. Accanto a noi c’era l’amico Leo Junior, leggenda del Flamengo, che per tutto il match non mi rivolse la parola.
Dopo quel viaggio ci siamo rivisti una sola volta, quando venne ad Arezzo a trovare suo figlio Gianni. Mi telefonò e ci prendemmo un caffè, parlammo per ore dell’Arezzo, di quella maglia che in Brasile gli mancava più di ogni altra cosa. Nel frattempo, si era trasferito a Salvador de Bahia, nel nord del Brasile.
Con Franco se ne va una persona che ha amato davvero la maglia amaranto, e per me un amico con cui avrei voluto condividere ancora tante partite, ancora tanti lunedì.
Ciao Franco, fai buon viaggio. Ci rivediamo lassù dove ci saranno nuove storie da raccontarci.