Economia
Vicenzaoro: torna l’appuntamento delle imprese orafe con i mercati internazionali. 200 imprese dal distretto di Arezzo

Vicenzaoro: torna l’appuntamento delle imprese orafe con i mercati internazionali. Banco di prova per il gioiello Made In Italy dopo lo shock dei dazi doganali. Oltre 100 le aziende di Confartigianato Orafi presenti.
Dal 5 al 9 Settembre si svolgerà nel quartiere fieristico di Vicenza la mostra internazionale dell’oreficeria e gioielleria VicenzaOro. L’edizione di settembre è quella dedicata alla scoperta delle nuove collezioni ed alla pianificazione degli acquisti per la stagione natalizia. Per questo motivo è frequentata non solo dai buyer e dagli operatori del commercio all’ingrosso ma anche da numerosi dettaglianti e designer provenienti da tutto il mondo.
Le imprese italiane rappresentano quasi il 45% del totale degli espositori. Tra queste giocano un ruolo importante le circa duecento imprese provenienti dal distretto di Arezzo che rappresentano oltre il 30% delle imprese del gioiello made in Italy. Molto numerosa anche la rappresentanza delle imprese del distretto di Vicenza (circa il 20% del totale delle imprese italiane), di Alessandria (13%), Milano (13%) e del polo produttivo campano di Napoli e Caserta (10%). Saranno oltre 100 le imprese associate a Confartigianato Orafi che esporranno nei loro stand aziendali e negli stand collettivi delle associazioni provinciali di Arezzo e Vicenza. La fiera rappresenterà un importante banco di prova per testare lo stato di salute del gioiello made in Italy dopo la frenata degli scambi internazionali registrata nel primo trimestre 2025.
Quali sono le aspettative delle imprese aretine alla vigilia di VicenzaOro? “Lo scenario internazionale con cui le imprese del distretto orafo di Arezzo si stanno confrontando negli ultimi mesi – dichiara il Presidente di Confartigianato Orafi, Luca Parrini – rimane caratterizzato da una profonda incertezza. Dopo aver sperimentato un fortissimo rallentamento degli ordinativi nel primo trimestre dell’anno (-23% dell’export provinciale di settore rispetto ai primi 3 mesi del 2024), nei mesi successivi abbiamo osservato qualche timido segnale di ripresa. Si tratta però per la maggior parte di campionature oppure di ordini di modeste quantità. La politica protezionistica dell’amministrazione Trump ha rappresentato uno shock per il commercio internazionale che non ha interessato solo gli scambi di merci tra Europa e Stati Uniti, ma ha messo in discussione tutti gli equilibri ed i rapporti commerciali esistenti tra i diversi Paesi del mondo”.
In totale sono attesi oltre 20mila visitatori di cui oltre 650 hosted buyers da 145 Paesi del mondo. Con circa 1300 espositori da oltre 30 paesi, Vicenzaoro abbraccia l’intera filiera produttiva: dall’alta gioielleria alla produzione unbranded, dalle pietre preziose ai componenti, dall’orologeria, fino alle soluzioni più avanzate per packaging, visual merchandising e tecnologie del settore. Per questo è importante capire quali saranno le risposte dei vari mercati durante l’imminente evento fieristico, anche alla luce dei nuovi dazi in vigore.
“I dazi doganali degli Stati Uniti, peraltro, hanno peggiorato un quadro geo-politico già problematico con il perdurare dei conflitti bellici in Ucraina ed Medio Oriente. Il primo effetto prodotto da questi fattori internazionali – spiega Parrini – è stato l’aumento delle quotazioni del metallo prezioso, porto sicuro per i mercati finanziari in periodi di disordine ed incertezza. Il prezzo dell’oro è cresciuto di 38 punti percentuali nel primo semestre 2025 rispetto ai primi 6 mesi del 2024. Il secondo effetto è stato quello della svalutazione del dollaro sui mercati valutari internazionali che ha reso immediatamente meno competitive le merci dell’area euro. Rispetto agli inizi del 2025 il dollaro ha perso oltre il 10% del suo potere d’acquisto sulle merci europee.
Il mercato dei preziosi – conclude Parrini – viene profondamente influenzato dalle dinamiche sopra menzionate. La domanda mondiale di oreficeria, secondo i dati forniti dal World Gold Council, ha registrato nei primi 6 mesi dell’anno una flessione dei quantitativi fisici acquistati nei diversi mercati internazionali di quasi 20 punti percentuali rispetto al primo semestre 2024. Guardando al dettaglio delle principali aree geografiche mondiali notiamo una flessione più contenuta dei consumi nei paesi europei (-3%) e nel continente americano (circa -5%) rispetto al Medio Oriente (-8%), alla Cina (-28%) ed all’India (-21%)”.