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mercoledì | 27-08-2025

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Nubifragi Arezzo, Azione: «Subito interventi urgenti e una visione di lungo periodo per la città»

I nubifragi che in questi giorni hanno colpito Arezzo hanno riportato al centro del dibattito cittadino e politico il tema della sicurezza idraulica e della tenuta del sistema fognario urbano. Azione Arezzo sceglie di affrontare la questione con pragmatismo, riconoscendo le criticità e chiedendo risposte immediate e strategiche.

«Su due punti concordiamo con l’assessore Sacchetti – spiegano da Azione –: il cambiamento climatico porterà sempre più spesso eventi atmosferici intensi e l’attuale sistema fognario non è in grado di reggere flussi così importanti. È evidente a tutti».

Da qui l’appello all’amministrazione: intervenire subito. «Servono azioni concrete e rapide: la pulizia ordinaria dei tombini, che non avviene da anni; il ripristino dei fossi lungo le strade comunali e provinciali, oggi interrati o pieni di erbe e rifiuti; la messa in sicurezza dei punti più fragili, come il sottopassaggio del Baldaccio. Sono urgenze sulle quali chiediamo serietà e tempestività a sindaco e assessori competenti. Ma da sole non bastano».

Per Azione, infatti, è necessario muoversi su due piani paralleli: le grandi opere e gli interventi collaterali. «I lavori già in corso su Castro, Bicchieraia e Vingone – nuovi argini, scavi dei letti, casse di espansione – incidono sulla portata dei fiumi, ma la rete fognaria urbana segue altri percorsi e ne beneficia solo in parte. Oggi l’acqua che scende rapidamente dalle colline non trova più sfogo nei fossi e nei campi: incontra aree urbanizzate, asfalto e cemento, si riversa nei tombini e satura le tubature. Non è solo questione di scaricare nei torrenti secondari: il problema è la sproporzione tra l’acqua in entrata e la capacità di smaltimento di una rete fognaria già sottodimensionata».

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: tombini esplosi in via Romana, Pescaiola e via Calamandrei, quartieri nuovi che si innestano su vecchie tubature, una città cresciuta fino alle falde delle colline senza un adeguato ripensamento urbanistico.

«Il futuro collettore di Castelsecco non può essere progettato senza potenziare la rete secondaria né senza la manutenzione costante di fossi e canali collegati – prosegue Azione –. Non possiamo più permetterci soluzioni tampone: servono pianificazione, progettualità d’insieme e una visione politica di lungo corso».

La richiesta all’Amministrazione è netta: mitigare gli effetti degli eventi estremi nell’immediato e costruire le condizioni per affrontare quelli futuri. «Non ci interessano slogan – concludono da Azione – ma una strategia che tenga insieme manutenzione, investimenti strutturali e una nuova idea di città, capace di reggere l’urto del cambiamento climatico».