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sabato | 23-08-2025

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Caso farmaci cestinati, la FP Cgil difende le sanitarie. Ceccarelli (Pd): «Basta con il linciaggio, pensiamo al cessate il fuoco»

Pratovecchio – Stia (Arezzo) – Dopo il clamore e le critiche suscitate dal video girato nella Casa della Salute di Stia, in cui una dottoressa e un’infermiera hanno inscenato il gesto di gettare alcuni prodotti farmaceutici di marca israeliana, ci sono anche posizioni solidali con le due professioniste, tra tutte quelle della FP CGIL e del Capogruppo Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli.

La FP Cgil esprime piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità coinvolti nelle iniziative di boicottaggio promosse dalla rete “Sanitari per Gaza”.

«Chi cura la vita non può essere complice della sua negazione» sottolinea Gabriella Petteruti, responsabile Sanità FP Cgil Arezzo, ricordando che le vere atrocità restano «le vittime civili, la fame, la sete e la distruzione di ospedali e scuole» in Palestina.

Sulla vicenda prende posizione anche il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Vincenzo Ceccarelli, che via social denuncia: «In questi giorni sto assistendo al linciaggio nei confronti della dottoressa e dell’infermiera che gettavano presunti farmaci prodotti da aziende israeliane nel cestino. Ora basta. Mi pare sufficiente che l’Asl abbia disposto un’inchiesta interna per comprendere l’accaduto».

Ceccarelli ricorda come le due professioniste abbiano già chiarito e chiesto scusa: «Si è trattato di un gesto simbolico legato al dramma della guerra di Gaza». E aggiunge un affondo: «Vorrei sapere dove fossero e perché si sono improvvisamente svegliati tutti coloro che erano silenti mentre l’esercito di Netanyahu massacrava decine di migliaia di bambini innocenti, come ci dice l’Unicef».

Il capogruppo dem non risparmia critiche a quella che definisce «la logica brutale del tifo che alimenta questa guerra» e conclude: «L’incapacità di distinguere il vero obiettivo rischia di offuscare tutto. L’unico traguardo deve essere il cessate il fuoco immediato e la fine di una strage che ormai tutto il mondo giudica assolutamente inaccettabile».

Sulla vicenda prende posizione anche la Conferenza delle Donne Democratiche – Provincia di Arezzo
La Conferenza delle Donne Democratiche della provincia di Arezzo esprime la propria “solidarietà alla dottoressa Rita Segantini, medico di medicina generale, e all’infermiera Giulia Checcacci della Casa di Comunità di Pratovecchio-Stia, finite al centro di un’inaccettabile gogna mediatica.
L’Azienda sanitaria per cui lavorano ha già avviato le indagini interne e, se necessario, prenderà i provvedimenti opportuni. Non spetta ai social o ai commentatori improvvisati ergersi a giudici: il clima di odio, diffamazione e richieste di licenziamento che si è scatenato è ingiusto e lesivo della dignità personale e professionale delle due operatrici.
Il gesto da loro compiuto – gettare nel cestino campioni gratuiti di prodotti a marchio israeliano, poi recuperati – è stato un atto simbolico di protesta contro il massacro in corso a Gaza. Le due professioniste hanno inoltre chiarito pubblicamente, con un video di scuse, che si trattava di un gesto simbolico e che non vi è stato alcuno spreco di farmaci.
Ciò che colpisce è la sproporzione tra il gesto e la violenza mediatica subita: un accanimento che non solo mette a rischio la loro reputazione e il loro lavoro, ma pesa anche sulle loro famiglie e sulla loro salute. Episodi del genere ci ricordano quanto facilmente la macchina dell’odio possa diventare devastante, fino a conseguenze estreme.
Concordiamo pienamente con la valutazione del Consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli, che ha espresso solidarietà e sostegno alle due professioniste, ribadendo come sia necessario difendere la loro dignità e professionalità.
Come Conferenza delle Donne Democratiche ribadiamo la nostra vicinanza e sostegno alla dottoressa Rita Segantini e all’infermiera Giulia Checcacci e chiediamo che l’attenzione torni al tema che esse hanno voluto sollevare: la necessità di fermare il massacro a Gaza.
Un gesto simbolico di coraggio non può trasformarsi in una condanna pubblica. La realtà e la solidarietà prevalgono sulla manipolazione e l’odio”.

Indagini del Nas nella Casa della Salute di Stia dopo il video di protesta contro i farmaci israeliani