Scuola a San Giovanni: mensa e trasporti, il dibattito è aperto

Con l’avvicinarsi dell’inizio dell’anno scolastico 2025-2026, a San Giovanni si accende il dibattito su due aspetti fondamentali della vita scolastica: la mensa e il trasporto pubblico. A sollevare la questione è il gruppo consiliare San Giovanni Civica, che ha presentato in Consiglio comunale due interrogazioni per portare all’attenzione dell’Amministrazione le difficoltà che potrebbero coinvolgere numerose famiglie del territorio. Il primo nodo riguarda il servizio mensa. “Già a settembre 2024 – ricordano la forza di opposizione – avevamo presentato un’interpellanza per chiedere che il servizio partisse in contemporanea con l’avvio della scuola. Anche quest’anno, invece, l’attivazione avverrà in ritardo”. Secondo quanto riferito in aula dall’assessore all’istruzione Laura Ermini, il servizio subirà ancora una volta uno slittamento di alcuni giorni rispetto al primo suono della campanella. A preoccupare il gruppo civico è anche il costo del servizio: “Le tariffe applicate alle famiglie sangiovannesi risultano essere tra le più alte del Valdarno, nonostante la stessa azienda che gestisce la mensa a Cavriglia si occupi anche della nostra. Abbiamo chiesto spiegazioni e sollecitato l’Amministrazione a prendere in considerazione le proposte avanzate da famiglie e comitati mensa, rimaste finora inascoltate”. Altro tema caldo è quello del trasporto scolastico. “La zonizzazione del servizio – spiegano da San Giovanni Civica – penalizza chi ha scelto di iscrivere i propri figli in scuole situate in zone diverse da quella di residenza, pur rimanendo all’interno del territorio comunale. Di fatto, a questi studenti viene negato l’accesso al servizio”. Una scelta, secondo i civici, non supportata da motivazioni chiare: “Nemmeno l’assessore ha saputo spiegare i criteri o gli obiettivi di questa misura”. Dura la loro conclusione, che punta il dito contro l’amministrazione Vadi: “Inclusività e sostegno alle famiglie rimangono slogan vuoti. La verità è che un Comune in difficoltà finanziaria come il nostro finisce per fare cassa tagliando proprio su servizi essenziali destinati alle famiglie e alle nuove generazioni”.