Provincia ancora senza numero legale, ente ingessato. Rischio commissariamento. I sindacati dal Prefetto

La situazione nell’ente Provincia di Arezzo ha assunto contorni sempre più surreali: per la seconda volta consecutiva, dopo quanto accaduto a fine maggio, il consiglio provinciale non ha potuto svolgersi a causa della mancanza del numero legale.
Anche mercoledì scorso si è ripetuto lo stesso copione: presenti soltanto i quattro consiglieri del gruppo “Centrosinistra per Arezzo” (con l’assenza di Valentina Vaccari) e Marta Mancianti di Patto Civico. Dall’altra parte, banchi completamente vuoti per il centrodestra, che conferma la scelta di disertare l’aula in aperto contrasto con il presidente Alessandro Polcri.
Sul tavolo c’era l’approvazione del Rendiconto (Consuntivo) 2024, il documento finanziario più importante dell’anno. Lo schema era già stato validato tecnicamente e aveva ricevuto il via libera dalla maggioranza dei sindaci (sebbene con un parere ponderato negativo a causa del voto contrario del Comune di Arezzo).
Il centrodestra resta compatto sul no a Polcri, trasformando un confronto politico in uno scontro insanabile che, nei fatti, paralizza l’ente.
Le conseguenze sono immediate e pesanti: gravi le ripercussioni sull’Ente, a partire dalle sanzioni per la mancata approvazione del Rendiconto 2024 entro i termini di legge, (la scadenza era il 30 aprile 2025) sono connotate da natura diversa. Nell’insieme, tali sanzioni, hanno natura fortemente afflittiva (di tipo economico-finanziario, ovvero ostativo) molto importanti.
In estrema sintesi, le pesanti sanzioni vanno dall’impossibilità di assumere in un Ente già depauperato da pensionamenti, passaggi obbligatori delle lavoratrici e dei lavoratori verso altri Enti a seguito della Legge del Rio (L.56/2024) a esodi verso altri Comparti del Pubblico Impiego, di fatto, più attrattivi in termine di salari e di possibilità di crescite professionali.
Inoltre, forti criticità nei Servizi da rendere ai cittadini, nonostante il forte impegno dei lavoratori della Provincia di Arezzo, spesso oltre i propri doveri. Tali Servizi riguardano: gli oltre 1400 Km di strade provinciali o regionali date in gestione alla Provincia da sottoporre al controllo, vigilanza e da manutenere; le scuole medie superiori (edifici, manutenzione degli stessi ecc); l’attuazione del PNRR, il controllo e la vigilanza ambientale a 360° e la relativa repressione di condotte illecite, nonché tutti Servizi ed Uffici tecnici e amministrativi trasversali e correlati ai Settori e Servizi, solo in sintesi sopra enucleati.
Altre sanzioni economico-finanziare, derivanti dalla non approvazione del Rendiconto (Consuntivo)) 2024 entro il 30/04/2025 vanno dall’impossibilità dell’applicazione dell’avanzo di amministrazione, al controllo di compatibilità finanziaria delle dotazioni organiche e delle assunzioni di personale, e, come anzidetto, al divieto di assumere il personale stesso con tutte le conseguenze sopra richiamate, nonché ripercussioni anche sul bilancio preventivo del 2° anno successivo a quello di riferimento, ecc.
Lo scontro politico
Durissimo il commento del centrosinistra: «Questo non è più confronto politico, è puro ostruzionismo. I consiglieri di centrodestra vengano, discutano, votino contro se vogliono, ma non blocchino l’attività dell’ente. A rimetterci sono solo i cittadini, i territori, le scuole e le comunità locali».
Replica il consigliere di centrodestra Francesco Lucacci: «Non sostengo Polcri e non partecipo perché la sola presenza contribuirebbe al raggiungimento del numero legale. Questo dimostra che il presidente non ha una maggioranza che lo sostiene. Il Pd è responsabile di averlo candidato solo per ostacolare il centrodestra, senza un progetto reale e ora se ne vedono le conseguenze».
Dal canto suo il presidente Polcri prova a rilanciare: «La Provincia è un ente di secondo livello, non un’arena politica. La presidenza non è un incarico politico ma istituzionale. Chi oggi diserta il consiglio, non danneggia me ma il territorio. Se il problema fossi io, vengano comunque, discutiamo e votino contro. Questo boicottaggio non è giustificabile».
L’allarme dei sindacati
I sindacati della Provincia — RSU, CGIL, CISL, UIL e CSA — che parlano di una situazione «gravissima e senza precedenti».
In un documento congiunto sottolineano come la mancata approvazione del rendiconto generi blocchi operativi su tutta la linea: assunzioni impossibili, lavori fermi, risorse non spendibili, difficoltà nell’attuazione del PNRR, nella manutenzione di strade e scuole, e nel controllo ambientale.
I sindacati hanno già chiesto un incontro urgente al Prefetto, denunciando lo stallo amministrativo che mette a rischio non solo il funzionamento della macchina provinciale, ma anche i servizi essenziali per cittadini e imprese.