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martedì | 08-07-2025

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Un anno senza la casa delle Culture: immobile buio e inutilizzato, meno integrazione

Per cinque anni nella Casa delle Culture particolarmente attivi sono stati i servizi rivolti a cittadini di origine straniera per l’inclusione e la coesione sociale. “Tra questi – ricorda ConVivi – lo sportello, aperto al pubblico tutti i giorni della settimana, per le pratiche riguardanti i permessi di soggiorno, gli ingressi in Italia, i documenti di cittadinanza, la ricerca di lavoro, le iscrizioni scolastiche, i servizi per i minori e altre consulenze  per un totale di 40.000 accessi in cinque anni”. Sempre in cinque anni 35.000 sono stati i corsi di italiano per adulti, i doposcuola per gli alunni della scuola dell’obbligo, i corsi di cucina, cucito, teatrali e altri ancora. “E cosa dire della sala polivalente e della biblioteca con 15.000 volumi, sede di mostre, seminari, attività e laboratori scolastici, incontri di lettura (4.000 accessi l’anno)”, sottolinea ConVivi.

“Tutto questo non c’è più, azzerato con una decisione motivata solo sul piano economico, ma per la quale non è mai stata fornita una motivazione che entrasse nel merito delle cose fatte o che indicasse malfunzionamenti o carenze. Fino ad oggi lo stabile di Piazza Fanfani è rimasto vuoto e inutilizzato: un esempio di pessima amministrazione di un patrimonio che era stato realizzato con fondi pubblici dell’Unione Europea, della Regione e del Comune stesso”, aggiunge il Coordinamento ConVivi Arezzo.

Eppure da parte dell’Amministrazione Comunale furono dette tante cose riguardo al futuro dei servizi e della struttura. “Parlarono di gestione diretta e risparmi, ma non è accaduto nulla di tutto questo. Il servizio di sportello non è gestito direttamente dal Comune, invece è stato esternalizzato alla Fraternita dei Laici a un costo molto vicino a quello della precedente convenzione, ma oggi senza la presenza degli altri preziosi servizi sopra citati. Poi dissero che nel palazzo si sarebbero insediati i corsi di ingegneria del Polo universitario: nulla di tutto ciò è avvenuto. Nelle settimane scorse – prosegue ConVivi – abbiamo poi appreso che nell’ex Casa delle Culture si organizzerà un corso di laurea triennale di “Sicurezza, amministrazione e servizi al territorio” in accordo con l’Università di Siena. Al momento non sono chiari i contorni di questo nuovo tentativo universitario, vedremo meglio in seguito”.

Per ConVivi Arezzo una cosa è però evidente: “la Casa delle Culture è stata chiusa non sulla base di un progetto di risparmio o di utilizzo diverso, ma semplicemente per distruggere un luogo che favoriva l’inclusione, la socializzazione e lo scambio di esperienze e culture che, in quanto funzionante, non era gradito. Per il resto l’Amministrazione comunale va avanti improvvisando e cercando una destinazione per i locali che ne giustifichi la chiusura”.

 

La rete delle associazioni che operavano nella Casa delle Culture è rimasta in piedi ma, secondo Convivi, “le associazioni si sono dovute sobbarcare oneri e impegni ulteriori per proseguire i corsi d’italiano, il doposcuola, gli incontri di lettura e le altre iniziative; gli sportelli gestiti dalle associazioni sono ogni giorno sovraffollati, segno di bisogni tuttora senza risposte. Nuovi soggetti, infatti, istituzionali e non, hanno collaborato con le associazioni “sfrattate” offrendo locali e dando loro la possibilità di proseguire le proprie attività, seppure con modalità diverse e con molta più fatica e difficoltà. Evidentemente – conclude ConVivi Arezzo – la città è migliore dei suoi amministratori”.

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