Dimesso dall’ospedale con febbre alta e gravi sintomi: la moglie pronta a denunciare

Uomo dimesso con febbre alta e gravi sintomi: la moglie pronta a denunciare l’Ospedale della Gruccia. Un presunto grave caso di malasanità scuote l’Ospedale della Gruccia e accende i riflettori sulle condizioni di gestione delle emergenze sanitarie nel Valdarno. Cristina Bonchi, residente a Vacchereccia, ha deciso di denunciare pubblicamente quanto accaduto al marito Francesco Garramone, 56 anni, oggi ricoverato in condizioni critiche all’ospedale di Ponte a Niccheri, a Firenze. Tutto ha avuto inizio il 17 aprile, quando Garramone, colpito da febbre alta, si reca al pronto soccorso della Gruccia. Dopo i primi accertamenti, viene diagnosticata un’infezione urinaria. Nei giorni successivi, però, la situazione non migliora. “Continuavano a cambiare la cura antibiotica – racconta Cristina – ma la febbre non calava e le condizioni di Francesco peggioravano visibilmente”. La moglie riferisce di aver effettuato ben quattro accessi al pronto soccorso valdarnese. “Gli hanno diagnosticato una prostatite acuta, ma nonostante il dolore e la febbre altissima, non veniva mai ricoverato in modo adeguato”, spiega. Il peggioramento si concretizza una settimana fa, quando Garramone si sveglia con un testicolo gonfio. Nuovo accesso al pronto soccorso: “Sembrava che dovessero operarlo d’urgenza, ma alle 17:40 mi dicono che lo dimettono. Febbre altissima, un catetere, e via a casa. Non potevo crederci”. Cristina lo riporta a casa a Vacchereccia, ma la notte trascorre tra dolori lancinanti e febbre in continuo aumento. Al mattino successivo, disperata, decide di portarlo a Firenze. “Grazie all’aiuto di amici sono riuscita a metterlo in macchina e a portarlo a Ponte a Niccheri. Lì lo hanno ricoverato immediatamente. I medici mi hanno detto chiaramente che se avessi aspettato ancora, non ce l’avrebbe fatta”. Nel frattempo, la vicenda ha raggiunto le alte sfere della sanità toscana. La stessa Cristina ha contattato numerose istituzioni locali per raccontare quanto accaduto. La risposta non si è fatta attendere: il direttore generale dell’Asl Toscana Sud Est, Marco Torre, ha chiamato di persona la famiglia per porgere le scuse a nome dell’azienda sanitaria. “Un gesto che ho apprezzato – dice Cristina – ma ora voglio che le scuse arrivino anche dall’Ospedale della Gruccia. Non è possibile che un paziente in quelle condizioni venga rimandato a casa”. La donna è decisa ad andare fino in fondo. Nelle prossime ore sarà formalizzata una denuncia alla Polizia, supportata dal proprio avvocato. “Non si tratta di soldi – chiarisce con forza – ma di rispetto. Rispetto per la vita delle persone. Mio marito ha rischiato la vita”.