Risparmiatori, dopo il danno la beffa: per il Tribunale Ue Banca Etruria poteva essere salvata

Vince l’Italia contro la Commissione Europea: era legittimo intervenire, come il governo aveva fatto nel 2014, incontrando però a fine 2015 la bocciatura da parte del commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Come nel caso di Tercas, sarebbe stato legittimo dunque intervenire per Banca Etruria, così come per Banca Marche, CariChieti e CariFerrara. Alle quattro Banche, invece, come sappiamo, ma soprattutto come sanno i risparmiatori, nel novembre 2015 fu imposta, improvvidamente, la procedura di bail in, con danni enormi sui risparmiatori, sui lavoratori e sulla fiducia di tutti i clienti. La contrarietà della Commissione Ue all’intervento del FITD (Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi), impedì di fatto nel 2015 di usare quei capitali per salvare Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara, per le quali venne invece poi disposto l’azzeramento del capitale e dei bond subordinati con la creazione di good banks capitalizzate dallo Schema Volontario del Fondo di tutela dei depositi, una sorta di clone privato del Fondo stesso, con enormi complicazioni per il sistema bancario. Quell’intervento invece era possibile, in quanto la la Commissione, come recita la disposizione del Tribunale Ue, non “disponeva di indizi sufficienti per affermare che tale intervento è stato adottato sotto l’influenza o il controllo effettivo delle autorità pubbliche e che, di conseguenza, esso era, in realtà, imputabile allo Stato“.
Si tratta di una sentenza storica, in quanto il Tribunale ha sentenziato che la Commissione Europea ha avuto torto in questi anni a impedire le misure preventive da parte dei Fondi di Garanzia dei Depositi, considerandoli impropriamente aiuti di stato.
Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, dopo la sentenza è arrivato a dichiarare che «La commissaria Ue Margethe Vestager farebbe bene a trarne le conclusioni e dimettersi».