Officine Capodarno di Stia: innovazione, imprenditoria giovanile e sostenibilità contro lo spopolamento

Un progetto voluto dall’Amministrazione Comunale con lo scopo di favorire l’imprenditoria giovanile legata all’innovazione e a progetti di sostenibilità ambientale. Il tutto ha sullo sfondo l’obiettivo di contrastare il fenomeno dell’abbandono delle zone rurali e montane, che nel concreto ha portato dal 2014 – anno dell’istituzione del Comune di Pratovecchio Stia – ad oggi ad un calo demografico di circa 400 unità nel territorio comunale. È questo il primo risultato concreto, in Casentino, della strategia governativa per le Aree Interne, della quale si è molto parlato in questi ultimi anni; i fondi derivanti da tale progetto si sommano agli impegni finanziari del Comune e di tanti altri soggetti pubblici e privati, per garantire la nascita e la continuità di questa iniziativa.
Anche per questo erano presenti al vernissage l’On. Riccardo Nencini, due assessori regionali – Vittorio Bugli e Vincenzo Ceccarelli, la vicepresidente della Provincia di Arezzo Eleonora Ducci, più vari Sindaci e amministratori del Casentino, esponenti delle categorie economiche, del mondo universitario e di istituti di ricerca.
“Vedere così tante persone all’inaugurazione delle Officine Capodarno ci ha ricompensato del tanto lavoro e delle tante preoccupazioni che hanno accompagnato la fase iniziale di questo progetto”, ha detto Nicolò Caleri che ha presentato evoluzione e obiettivi di Officine Capodarno, definite “un punto di partenza, e non certo di arrivo, per tutta la nostra comunità e per l’intero Casentino. Era opportuno recuperare uno stabile che ha segnato la storia del nostro paese senza modificarne la struttura e la destinazione formativa”. Fatti i doverosi ringraziamenti ai tanti che hanno reso possibile giungere alla inaugurazione, Caleri ha sottolineato come “Per il finanziamento ottenuto dal MIUR nell’ambito del progetto Aree Interne, un ringraziamento particolare va a Massimiliano Mugnaini, Alfredo Bresciani e Daniela Nocentini, nonché a tutto il gruppo che ha seguito il progetto: è stato un lungo percorso ma da oggi possiamo dire che ha cominciato a trasformarsi in realtà”.
Ma quale sarà il futuro di Officine Capodarno? Caleri, a cui ha fatto poi eco Vincenzo Ceccarelli, ha confermato che la gestione della struttura sarà messa a bando specificandone gli obiettivi, e che al conseguimento di questi la corresponsione di fondi diventerà strutturale, quindi un aiuto cospicuo perché questo progetto possa mettere le ali. E magari riuscire a concretizzare anche il secondo step dello stesso progetto: l’altro immobile che ospiterà le Officine Capodarno è una struttura presso la stazione di Pratovecchio Stia, che oggi necessita di un robusto restauro. “C’è già – ha concluso Caleri – un accordo tra l’Amministrazione e LFI per l’assegnazione al Comune. Qui l’Amministrazione intende spostare la Scuola del Ferro Battuto e creare successivamente una più articolata Scuola di Arti e Mestieri che dia risposte a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla lavorazione delle materie prime del territorio (legno, pietra, ferro) in collaborazione con scuole e associazioni di categoria”.