Peccato Indiani piccato Ar24Tv

Non è la prima volta che Indiani risponde in maniera polemica alle mie domande, ma non è questo che mi preoccupa, faccio le mie considerazioni con educazione ma non mi prodigo per restare a tutti i costi simpatico ai miei interlocutori. Quello che trovo dissonante è che Indiani si dichiari “molto contento della prestazione” e definisca una “buonissima prestazione” quella contro il Cesena. Va detto che all’Arezzo va riconosciuto l’impegno, chi è sceso in campo ha dato tutto cercando di sopperire alla differenza di caratura tecnica, ma questo non fa altro che mettere in risalto i limiti che questa squadra evidenzia dall’inizio del campionato. Nonostante l’impegno zero tiri in porta in novantaquattro minuti, con l’unica eccezione di un tiro di Mawuli dalla lunga distanza che non ha impensierito Pisseri. Di fatto la battaglia a centrocampo è stata sistematicamente persa, sulle corsie laterali non siamo riusciti a mettere in difficoltà all’avversario, Gucci è rimasto desolatamente isolato lì davanti a combattere una battaglia contro i mulini a vento, in difesa abbiamo assistito ai soliti allarmanti momenti di Black out come in occasione del primo gol bianconero, i reparti erano distanti, poche le idee di gioco. Settembrini e compagni hanno suonato la carica sospinti dal pubblico ma hanno finito per creare poco o nulla. È da prima che si fischiasse l’inizio della stagione che evidenzio i limiti di questo organico, con una campagna acquisti che non mi ha assolutamente convinto. Borra è un portiere finito presto in panchina dopo prestazioni insufficienti, il centrale di difesa Di Pasquale al termine della preparazione è stato ceduto al Pescara perché non adatto al gioco di Indiani, Kozak è un attaccante già da tempo avviato sul triste viale del tramonto. Le dichiarazioni di Indiani al termine della gara interna di Coppa Italia stanno a testimoniare che queste scelte da parte di Giovannini non sono state condivise neanche dal tecnico. Questa squadra deve pensare a salvarsi, non deve ambire a nient’altro che a questo traguardo, altrimenti rischiamo di ritrovarci nel copione di un film già visto tre anni fa. Chi ad inizio stagione dispensava entusiasmo dichiarando che l’organico era da primi cinque posti della classifica, oggi si disimpegna dando la colpa agli errori arbitrali o mettendo sulla graticola il mister per le scelte tecniche. A Paolo Indiani dal punto di vista tecnico non imputo nulla, è un allenatore di navigata esperienza, basta leggere il suo curriculum, difetta a volte in educazione e rispetto nei confronti di chi lo intervista, ma sono sufficientemente navigato per sostenere con garbo questi contesti. Ci sono tre cose che non passeranno mai di moda: il nero (che si abbina con tutto), un sorriso e l’educazione.