Buona fortuna Mosca, noi riprendiamo a sognare ma ci mancherai. Dalla curva con amore

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Il capitano non sogna più. Da poche ore è ufficiale l’addio di Davide Moscardelli all’Arezzo.
Un epilogo temuto ma in gran parte atteso dopo i colloqui interlocutori e le titubanze.

E’ la faccia razionale del calcio quella che emerge in questi casi, quella che guarda i numeri del bilancio o del conto corrente, a seconda da che parti si guardi la cosa. E’ il professionismo, bellezza, eppure quando accade per personaggi come il centravanti romano ti rimane un fondo di amarezza e di disillusione.

Intendiamoci:  legittimo che la società porti avanti il proprio progetto di ringiovanimento ma soprattutto di rispetto del budget prefissato ( tra i debiti da saldare e l’applicazione inflessibile del regolamento da parte della Lega di soldi l’attuale proprietà ne ha già messi parecchi ..), altrettanto legittimo che il giocatore a 38 anni decida di ottenere il meglio in termini economici dalla sue ultime stagioni agonistiche; però… da inguaribili romantici del gioco del pallone avevamo sperato che da con un piccolo sforzo da entrambe le parti si potesse continuare una storia che era stata fin da subito una storia di intenso amore.

Il Mosca è stato osannato fin dalla sua prima apparizione in Piazza S.Agostino alla presentazione della squadra di Semplici, è stato il nostro simbolo e la nostra bandiera in campo e fuori. Si andava orgogliosi di averlo al centro del nostro attacco e con la fascia di capitano.

Lui stesso, che pure non è uomo di molte parole nonostante la sua passione social,  ha più volte dimostrato di ricambiare il nostro affetto, riconoscendo che il primo striscione della carriera glielo ha fatto la Minghelli e non solo perché era un gran giocatore ma perché era un grande uomo.

Le sue qualità tecniche  le ha dimostrate con giocate eccezionali che rimarranno per sempre nei nostri occhi e nel nostro cuore, gol meravigliosi come a Prato o in casa con Pistoiese e Livorno, gol pesanti come contro il Pisa; quelle umane le ha dimostrate soprattutto in questa stagione tribolata, quando a gennaio ha deciso di rimanere nonostante l’atmosfera di sfacelo societario, i guitti che giravano tra tribuna vip e spogliatoio.

La sua decisione è stato un segnale per tutti, compagni e ambiente, per cercare di rincorrere quella impresa impossibile che, anche grazie alla sua testarda rincorsa sul difensore della Carrarese al 90° dell’ultima partita, è stato possibile festeggiare per una settimana intera.
Se Moscardelli avesse deciso di lasciare allora ( e a prescindere dal suo contributo nei mesi successivi ) sarebbe stato con ogni probabilità  il “liberi tutti”, il “rompete le righe”per tutto l’ambiente  e sarebbe crollato l’intero castello.
In quel momento non c’era una sola certezza in casa amaranto: né tecnica né economica, ma lui è rimasto.

Questo, capitano, ce lo ricorderemo per sempre e tu sarai sempre l’emblema di due anni complicati ma ricchi di emozioni.
Hai ragione quando dici che hai onorato la maglia, ma proprio per questo sarebbe stato bello averti ancora con noi e non solo per la prossima stagione ma anche più avanti, per contarti tra i membri dello staff tecnico e di quello dirigenziale. 
Non è andata così, ha prevalso l’aspetto professionale e professionistico,  hanno contato di più ( da  tutte e due le parti ) i numeri che il cuore. 
Il nostro si emozionerà ancora quando ti rivedremo, purtroppo e con molta probabilità con la divisa di una delle nostre nemiche storiche..un brivido fermerà il nostro respiro quando rivedremo la tua barba sbucare dal tunnel degli spogliatoi con la maglia sbagliata.
Peccato.

Buona fortuna Mosca, noi riprendiamo a sognare ma ci mancherai…

 

Tags: Davide Moscardelli S.S. Arezzo

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.