Pistoiese sulla strada degli amaranto: l'Arezzo che conosciamo può disporne, a patto di essere ben in partita con la testa

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Nemmeno il tempo di buttar giù il dolce sapore della vittoria di Vercelli, che si torna in campo. Diciamo subito che questa emulazione delle tradizioni anglosassoni appare del tutto risibile, soprattutto ove si consideri che tra una settimana il campionato si ferma 20 giorni

Ma tant’è: sperare che esca qualcosa di buono da certe zucche è ormai una pia illusione. Dunque sotto con la Pistoiese per dare seguito e sostanza al sofferto e prezioso successo contro il Gozzano. L’Arezzo ci arriva con qualche problema di formazione a centrocampo, perché Tassi difficilmente sarà recuperabile e Basit è sotto squalifica. Probabile che davanti alla difesa giochi Foglia, con Serrotti riportato al suo ruolo naturale di esterno di centrocampo. Dietro le punte ipotizzo staffetta Qeqi-Belloni. A meno che non si decida di partire con la difesa a tre ed a quel punto in mezzo al campo ci basterebbero tre uomini (che ci sono e sono Buglio, Serrotti e Foglia).

L’avversario, a dispetto di una classifica deficitaria, è da prendere con le molle. Gli arancioni hanno giocatori che possono darci fastidio, a partire da Vannucchi, uno che con noi ha sempre il conto aperto. Veloce e pericoloso anche il colored Latte-Lath. ma su tutti si è imposto nelle ultime gare il lucido podismo di Luperini, centrocampista che sa inserirsi e sa vedere la porta. Con l'arrivo di Tonino Asta. la Pistoiese ha cominciato a giocare con maggior concretezza.

L'Arezzo che conosciamo può disporne, a patto di essere ben in partita con la testa. L'orario concilia la digestione post-prandiale delle abbondanti libagioni natalizie. La temperatura non è troppo rigida. Vedremo in quanti avranno voglia di tifare Arezzo.

Tags: S.S. Arezzo

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.