Arezzo tra maledizione della sconfitta e progressi

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La maledizione continua. L'Arezzo affidato per la prima volta a Roberto Stellone gioca una buona partita ma incappa nelle solite amnesie difensive (e in un arbitro in giornata non felice) cedendo alla fine l'intera posta in palio alla Feralpi di Pavanel

È stato però un Arezzo diverso, meglio disposto in campo, più aggressivo, più propositivo; ancora evidentemente non padrone dei nuovi dettami tecnici ma apparso finalmente sulla buona strada per provarci almeno ad inseguire una salvezza sempre complicata.

Stellone ha optato per un 4-2-3-1 che ricalcava il modulo utilizzato nelle ultime uscite da Camplone, ma diversa è sembrata l'applicazione degli atleti e la posizione in campo di alcuni di loro. Arini e Di Paolantonio, per dire, hanno finalmente giocato senza pestarsi i piedi a vicenda come accaduto in passato, con l’ex Cremonese che ha anche bagnato la prestazione col primo gol in amaranto.

Benissimo ha fatto Alessandro Piu, finalmente utilizzato per le sue caratteristiche che sono quelle dell'attaccante e non del tornante di fascia, ruolo per il quale non ha né il passo né il fiato. L'ex Empoli ha segnato un gran bel gol, sfruttando al meglio un prezioso suggerimento di Cutolo ed ha lottato a sportellate con la difesa avversaria dando profondità e facendo sponda per i compagni (ottimo il passaggio indietro al capitano ad inizio ripresa purtroppo non adeguatamente sfruttato). Il recupero di questo giocatore ha un duplice significato: anzitutto di rivincita per lui, finito nella lista delle "zavorre£ e identificato come sinonimo di presunti sprechi per mesi, ha dimostrato che basta (si fa per dire…) un allenatore che sa il fatto suo e che sa sfruttare gli uomini per il loro valore per tornare ad essere un elemento utile, prezioso ed importante.

La seconda considerazione va a tutto merito della nuova guida tecnica. Evidentemente Stellone si è studiato rosa e caratteristiche e, come è giusto che faccia un allenatore vero, prima di bussare alla porta della società reclamando nuovi innesti ha guardato cosa aveva in casa, cosa si poteva recupere dalla massa ingente di tesserati, magari cercando di capire prima di giudicare e magari estromettere. Anche da qui, da un rinnovato modo di approcciare una stagione che resta complicatissima, può partire la risalita e magari la conquista di una salvezza che, per come stanno le cose, equivarrebbe quasi alla vittoria di un campionato.

Certamente non tutto è andato per il verso giusto, altrimenti non si spiegherebbe una sconfitta. La catena di destra ha mostrato parecchi impacci in fase di copertura con Belloni raramente di supporto a Luciani e il terzino gardesano Rizzo che è stato un incubo per gran parte del primo tempo.

La rete del pari ha visto il capitano della Feralpi scherzare uno dietro l'altro ben tre dei nostri difensori, le ingenuità di Sbraga e Cherubin (al netto di un metro assolutamente eccessivo nella valutazione da parte dell'arbitro soprattutto nel secondo caso, nel quale il rosso è apparso decisamente gratuito), la perdita di metri dopo il vantaggio con la squadra quasi impaurita di trovarsi davanti, sono tutti aspetti su cui ci sarà da lavorare.

Il "manico" però pare stavolta quello giusto: lamentele circoscritte al minimo sindacale dopo la partita (anche per allinearsi alla linea della società) e sguardo positivo verso il futuro nonostante che alla prossima (a Perugia, contro una big, mica chiacchere..) si debba fare a meno dei due centrali e di Arini (in diffida, ammonito e squalificato). Senza cercare alibi, con atteggiamento propositivo. La salita è difficile, il tempo passa, i punti restano pochi ma la sensazione è che adesso si pedali davvero tutti insieme.   

Tags: S.S. Arezzo Feralpisalò

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.