Se l’Arezzo per una volta facesse l’Arezzo

. Inserito in Visto dalla curva

Dopo la sconcertante batosta contro il Padova (una sconfitta andata ben oltre gli oggettivi meriti degli avversari), l’Arezzo torna in campo ospite della neopromossa formazione del Matelica

Mister Camplone ha avuto altri tre giorni per lavorare con il gruppo e pare essersi fatto già un concetto ben preciso di quel che occorre fare. Nella conferenza stampa pre-partita ha espresso  concetti meritoriamente abbastanza chiari. Serve una reazione da uomini, il gruppo va rinforzato (ovvero così com’è non è all’altezza) e da lunedì  “chi c’è, c’è, non possiamo permetterci di aspettare nessuno”. Il fatto stesso che il neo acquisto Cherubin, sbarcato in città ieri mattina, potrebbe essere schierato da subito, è una dimostrazione dell’idea  che il tecnico abruzzese si è fatto sul valore attuale della retroguardia e la lista dei convocati la conferma che alcune scelte in chiave mercato sono state eufemisticamente parlando “poco felici”. Restano fuori Cipolletta, Gilli e Sportelli oltre al giovane ex Empoli Sacko. La società si sta muovendo per correre ai ripari e vedremo chi arriverà per cercare di rimettere in linea di navigazione la squadra, scelta necessaria, perché oltre ai limiti già più volte menzionati, si aggiungono gli infortuni (ultimo quello di Males) a limitare le scelte tecniche. Semmai vien da chiedersi perché si è dovuta attendere una partenza così devastante per accorgersi della necessità di correttivi, ovvero che ragione c’era di portarsi a casa giocatori palesemente inadatti. Se le risorse finanziarie ci sono ora (per fortuna, aggiungo), ci sarebbero state anche prima e non vale allora il ragionamento del mercato bloccato da “situazioni pregresse”. Cherubin era svincolato anche ad agosto, per dire. Comunque l’importante è che si riesca ad uscire dall”impasse” in cui ci siamo cacciati un po’ anche per insipienza nostra. Oggi all’Helvia Recina di Macerata, che ospita le partite interne del club biancorosso del Matelica, sarà un’altra partita difficile. Difficile perché ci saranno da scrollarsi di dosso le scorie dello 0-5 di mercoledì. Difficile per le assenze, difficile per l’avversario che gioca di slancio sull’entusiasmo della promozione e in casa ha un ruolino di marcia importante (come la classifica, che vede i marchigiani con 10 punti assestati nei quartieri nobili). La formazione biancorossa non annovera individualità strepitose; ci sono l’ex  Pontedera Calcagni, centrocampista di categoria, l’altro centrocampista Ballestrero (bomber della squadra con 4 gol)  entrambi arrivati in estate dall’Arzignano, in avanti spicca la punta Volpicelli (solo omonimo del mediano amaranto dello scorso campionato), uno che nel 2016-2017 è stato capace di segnare 29 gol in 32 partite a Francavilla, ma che poi non si è ripetuto su quei livelli (ultimo anno alla Samb. tre gol) . In questa stagione però è andato a segno due volte, è un buon colpitore di testa (i nostri che là dietro sul tema soffrono parecchio sono avvisati) e vuol rilanciarsi. Il tutto in un contesto intuibilmente scevro da pressioni, ma con tanta passione e voglia di far bene. Il Matelica ha segnato 10 gol e ne ha subiti altrettanti, ma bisogna considerare che 5 li ha rimediati a Mantova mercoledì, di cui due su rigore, uno per papera clamorosa del portiere (eh si, ogni tanto le fanno anche gli altri...) ed uno in contropiede a tempo praticamente scaduto. Questo per dire che il reparto difensivo non è imperforabile ma nemmeno colabrodo, come potrebbero far pensare i numeri. Formazione che ama giocare in velocità, partirà probabilmente a spron battuto per portare la gara dalla propria parte. L’Arezzo potrebbe per una volta fare l’Arezzo, metterci l’anima e provare a strappare un risultato positivo, che sarebbe viatico prezioso ed importante in vista delle prossime gare. Un’altra scivolata e il fango salirebbe pericolosamente di livello.

Tags: S.S. Arezzo Matelica

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.