Confartigianato a confronto con i candidati sindaco: semplificazione e meno tasse per ripartire

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Nella sede di Arezzo l'incontro politico con tutti gli otto candidati alla guida del Comune. Il presidente Ferrer Vannetti: "Aprire un dialogo sincero a tutela degli interessi dei nostri imprenditori ma anche della comunità cittadina"

Confartigianato Arezzo rappresenta una buona fetta di popolazione, sia in termini di imprenditori sia in termini di persone, perché nella provincia l'associazione di categoria conta circa 5.500 associati. E non c'è solo la rappresentanza aziendale, c'è anche quella delle persone, visto che conta altrettanti iscritti pensionati. Poi sono 1.500 le aziende che operano nel Comune di Arezzo, molte delle quali concentrate in centro storico.

"Quindi, in questo momento cruciale nella vita del nostro Comune, siamo molto interessati a quello che sarà l'evolversi di queste elezioni". Sono parole del presidente di Confartigianato Arezzo Vannetti, che ha aperto e chiuso, con grande soddisfazione visto il positivo andamento della serata di confronto politico, l'incontro con tutti i candidati a sindaco della città di Arezzo che si è tenuto martedì 8 settembre presso la sede di Confartigianato, alla presenza di una folta rappresentanza di artigiani che ha ascoltato i programmi degli otto aspiranti sindaci chiamati a dire la loro su cinque tematiche fondamentali da portare avanti in cinque anni.

"Confartigianato", ha spiegato ancora il presidente, "è un'istituzione aperta al confronto e al dialogo, perché questo è il ruolo che ci sentiamo di portare avanti, sia a tutela degli interessi dei nostri associati ma anche come senso civico che da sempre ci appartiene, perché l'impresa artigiana è appunto impresa ma è anche un collante rispetto alla famiglia e ha un forte impatto sociale nel territorio. Vorrei quindi che i candidati capissero chi rappresentiamo, perché non sono solo numeri. Noi rappresentiamo una categoria che esce da anni di profonda crisi economica che ha falcidiato molti dei miei colleghi, a cui si aggiunge il COVID che ora ci lascia aperta tutta una serie di preoccupazioni e interrogativi".

"Noi di fatto oggi rappresentiamo una categoria che è veramente precaria, gli imprenditori rappresentano i veri precari in questo nuovo scenario e questo ci dà anche uno spunto per chiedere quello di cui abbiamo bisogno alla futura amministrazione comunale: abbiamo bisogno prima di tutto di trovare serenità operativa sul territorio, che venga anche dalla consapevolezza di avere una guida con idee chiare e che sappia creare situazioni positive, perché in questo territorio si possa continuare a lavorare e a creare ricchezza e solidarietà sociale.

E chiudo con una preghiera, la preghiera della serenità, quella che serve a noi e dice: 'Dio concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso e la saggezza per conoscerne la differenza'. Questo è l'augurio che faccio a chiunque di voi candidati proseguirà nel compito gravissimo e pesantissimo di portare avanti l'amministrazione di questa città per i prossimi cinque".

Le tematiche oggetto dell'incontro sono state spiegate, prima dell'intervento dei candidati a sindaco, da Stefano Peruzzi, responsabile dell'area aretina di Confartigianato Arezzo, che ha evidenziato come i temi proposti dal documento "vanno dalla tassazione locale, che è da rapportare ai servizi offerti e alle utilities, perché per noi è importante non solo tassare ma conta il controvalore che viene dato a queste tasse in termini di servizi e in termini di controllo di come questi servizi sono fruiti. Altro tema decisivo quello delle infrastrutture, sia dal punto di vista fisico che tecnologico e telematico: ricordiamoci che Arezzo è la nona provincia in Italia per export, per cui è fondamentale tutto quello che è tecnologia telematica".

"Altro punto, quello della semplificazione, che è strategica per le nostre imprese e importante come non mai, per non disperdere risorse in tempi morti. Molte attività manifatturiere hanno poi stretti legami con i flussi turistici, quindi turismo e centro storico sono due aspetti sicuramente importanti anche per il mondo dell'artigianato come lo è quello della sicurezza, fondamentale per rendere la nostra città vivibile".

Dopo l'intervento di candidati a sindaco, che hanno espresso, in 10 minuti di tempo per ognuno, quali fossero le loro intenzioni rispetto ai cinque temi proposti nella serata, è intervenuta Alessandra Papini, segretario generale di Confartigianato Arezzo, che ha ringraziato i candidati e gli imprenditori per l'attiva e partecipata presenza e ha voluto portare fondamentalmente due riflessioni:

"La prima", ha detto Papini, "riguarda sicuramente la continuità nei progetti, che è indispensabile: noi abbiamo creduto e investito insieme ai nostri imprenditori in alcuni strumenti dell'amministrazione comunale, prima fra tutti la fondazione Arezzo Intour, alla quale abbiamo collaborato e che prevede gruppi di lavoro importanti per le nostre aziende. Quello che è stato fatto quindi di buono dobbiamo mantenerlo, perché le nostre aziende del territorio e del centro storico ci hanno investito, sia in termini monetari sia di tempo ed è uno strumento che sicuramente ha portato dei frutti".

La seconda (oltre alle altre richieste presentate, dalla semplificazione alla diminuzione della Tari), è un'osservazione:

"È vero, noi rappresentiamo 5.500 associati e altrettanti pensionati, ma questa sera ho il privilegio di poter spiegare che cosa sono i nostri imprenditori di tutto il territorio aretino: ho fatto parte, durante la pandemia, di una commissione in Prefettura con all'interno associazioni di categoria, forze dell'ordine, Questura, Camera di Commercio, nella quale venivano analizzate le domande delle imprese che, dopo i vari Dpcm, chiedevano comunque di poter rimanere aperte. Ebbene da Arezzo abbiamo ricevuto oltre 2.500 domande che chiedevano, dal giorno dopo in cui era prevista una certa normativa, di essere autorizzate a ripartire, si erano riconvertite. Per dire, a Siena sono arrivate soltanto 400 domande, a Firenze 1.500.

Cosa significa questo? Che i nostri imprenditori sono pronti e hanno voglia di rimanere aperti, vogliono lavorare anche nei periodi difficili e quindi chiedono all'amministrazione comunale che sia un'alleata del territorio, non un ostacolo alla loro attività. I nostri imprenditori ci sono, non vogliono l'elemosina, vogliono poter lavorare in serenità".

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