Sanità toscana, bilancio in rosso: tagli di turn over, farmaci e beni sanitari. L'allarme

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Non tornano i conti nella sanità toscana: anche a causa di importanti impegni di spesa assunti negli ultimi mesi della precedente legislatura, ha accumulato uno sbilancio economico ad oggi tra i più consistenti a livello nazionale. L’intersindacale medica, veterinaria e della dirigenza sanitaria della toscana Anaao lancia l’allarme.

"Bilancio della Toscana in rosso". In una nota, L'Anaao, intersindacale Medica, Sanitaria e Veterinaria, dipinge una situazione a tinte fosche. "Dopo i tagli al turn over del personale, arrivano quelli all’acquisto di farmaci e beni sanitari: indispensabili per far ‘girare’ gli ospedali, i ricoveri e le sale operatorie. Senza una programmazione che razionalizzi i servizi, politiche coraggiose sulle entrate e la valorizzazione delle migliori professionalità presenti negli ospedali, il sistema rischia di limitarsi alle affermazioni di principio senza reali contenuti operativi.

In queste ore, le aziende Sanitarie della Toscana, stanno ricalcolando al ribasso i già scarsi budget, assegnati ai dipartimenti e alle Unità Operative degli ospedali Toscani per le forniture di farmaci e presidi, necessari a gestire i ricoveri o effettuare interventi chirurgici. Forte il malcontento tra i professionisti che, in molti reparti, vedono respinti gli ordini, inoltrati alle farmacie, per farmaci o presidi sanitari indispensabili a garantire le cure ai pazienti. Molte le perplessità per una evidente contraddizione, da una parte si chiede ai medici, che lavorano a ranghi ridotti e in condizioni di crescente disagio, di ridurre le liste di attesa, comprese quelle chirurgiche, accumulatesi a causa del Covid; dall’altra si riduce la possibilità di trattare i pazienti per mancanza del necessario materiale sanitario.

Come è noto la Toscana, anche a causa di importanti impegni di spesa assunti negli ultimi mesi della precedente legislatura, ha accumulato uno sbilancio economico ad oggi tra i più consistenti a livello nazionale. Si tratta di problemi strutturali che meritano di essere affrontati in modo razionale; tagliando i servizi inutili che registrano attività minime se non nulle, ma molto amati da alcune municipalità, che ancora pretendono di tenere in piedi attività sanitarie di fatto inutilizzate o inutilizzabili, con pochi medici e infermieri e numero di accessi di pazienti irrisorio e pertanto inefficienti e pericolosi per i pazienti stessi.

Gli stessi medici, veterinari e dirigenti sanitari ospedalieri vedono le loro buste paga messe a rischio: alcune voci dello stipendio, che prevedono dei minimi riconoscimenti economici, ad oggi sono in forse. Risparmiare tagliando gli stipendi, tra i più bassi d’Italia, agendo su voci dello stipendio previste in applicazione di espresse leggi dello Stato è, per i professionisti, fonte di altissima preoccupazione. Il dato che però colpisce di più è che, alla fine, una stagione di tagli “a raso” potrebbe non portare ad alcun risparmio. I pazienti si sposteranno dagli ospedali pubblici verso il privato convenzionato e, alla fine, i costi ricadranno comunque sulle casse regionali senza evidenti benefici per il deficit finanziario.

In tutto questo, la Toscana continua ad essere una regione in cui, dal 2020 (come si legge nel recente studio pubblicato da ANAAO Assomed), si registra un’uscita di medici che si licenziano dagli ospedali (non per pensionamento ma per le condizioni di lavoro) che si attesta in modo stabile intorno al preoccupante numero di 3-4 medici ogni 100 in servizio. Un dato che rappresenta un indicatore impietoso della ridotta attrattività di un lavoro che, fino a pochi anni fa, era considerato un punto di arrivo. Turni massacranti, burocrazia, stipendi tagliati, contratto decentrato rimosso dalle agende della maggior parte delle Aziende e l’atteggiamento, francamente scoraggiante, verso la possibilità di svolgere la libera professione. Il ché contrasta con i vantaggi riservati al settore del privato il quale, quello convenzionato in particolare, ha sicuramente buon gioco nel richiamare professionisti, che trovano considerazione per il proprio lavoro, adeguate remunerazioni e un sistema amministrativo che ruota attorno a loro e non grava sulle loro spalle.

Purtroppo, dobbiamo prendere atto che l’idea di valorizzare i professionisti e di razionalizzare le spese, attraverso criteri di appropriatezza ed efficienza, sono ancora lontani. La Toscana conta una pletora di micro-ospedali dove si pretende di fare di tutto con poco ma che, alla fine, poco producono. Si tratta di strutture che non devono certo essere soppresse ma le cui attività dovranno essere calibrate sul bacino di utenza e sui reali bisogni della popolazione. I tagli lineari non fanno differenza tra servizi essenziali, da garantire su tutto il territorio, piuttosto che superspecialistici e servizi ridondanti (ospedali molto vicini tra loro, i cosiddetti ‘doppioni’) che ancora la politica meno accorta continua a difendere strenuamente, senza rendersi conto che dare tutto a tutti, in queste condizioni, significa negare l’essenziale a molti che hanno reale bisogno di cure.

Manca una visione generale in cui la difesa di ogni singolo campanile ceda il passo alla difesa di tutta la comunità. Ogni risorsa sprecata è un danno al sistema pubblico e apre la porta al privato.

Ancora una volta dobbiamo prendere atto di una politica che non ha imparato nulla dagli ultimi eventi e continua a riproporre i soliti rimedi di "austerità" che incidono sullo stato di salute di ognuno di noi!".

Le Segreterie Regionali dell’intersindacale Medica, Sanitaria e Veterinaria

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