Antibiotico-resistenza, infettivologi da tutta Italia si confrontano ad Arezzo

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Settimana mondiale per la consapevolezza degli antibiotici, Tacconi: “Mortalità in crescita per l’uso eccessivo.
Si deve intervenire”

 Si conclude domani, domenica 18 novembre, la “Settimana mondiale per la consapevolezza degli antibiotici” che si celebra ogni anno su iniziativa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

Il problema dell'antibiotico resistenza è globale e importante.
“Negli ultimi anni l’utilizzo eccessivo, sia in medicina umana che veterinaria, ha contribuito a determinare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza a livelli tali che può essere compromessa la capacità di combattere le malattie infettive, in questo caso batteriche – spiega Danilo Tacconi, Direttore UOC Malattie Infettive di Arezzo e Responsabile AFD Medicine Specialistiche della Asl Toscana Sud Est - Una  recente pubblicazione  della prestigiosa rivista “The Lancet Infectious Diseases” ha mostrato dati allarmanti riguardanti i Paesi dell’Unione Europea dove  si sono verificati 671.689 casi di infezioni antibiotico-resistenti, a cui sono stai attribuiti  33.110 decessi e 874.541 condizioni di disabilità. 
Drammaticamente, si dimostra che in Italia si è purtroppo verificato addirittura un terzo di tutti i decessi (pari a 10 mila morti) correlati all’antibiotico resistenza, rispetto al resto d’Europa”.

 

E proprio Arezzo sta ospitando in questi giorni il convegno SIMIT   regionale degli infettivologi, presieduto da Tacconi.  Sono presenti esperti di livello nazionale che affrontano le più importanti patologie infettive.
La peculiarità di questo convegno è la partecipazione, nella giornata di oggi, di infermieri che quotidianamente collaborano a stretto contatto con i medici.
Insieme condivideranno importanti tematiche per la gestione di pazienti complessi, per rendere più efficace il lavoro di equipe.
 Sono previste sessioni dedicate, oltre all'uso appropriato della terapia antibiotica, anche agli ottimi risultati riguardanti il trattamento dell'epatite C, con l'obiettivo dell'eradicazione dal territorio nazionale.
La principale difficoltà è di raggiungere molti pazienti che non sanno di essere affetti da questa patologia, e quindi cercare di far emergere il sommerso.

Stesso discorso per HIV/AIDS, patologia che rispetto al passato è possibile controllare con i trattamenti disponibili con assoluto miglioramento della qualità   di vita e della sopravvivenza del paziente, considerando comunque che in Italia si infettano ancora mediamente circa 4000 pazienti/anno e molti di questi non sanno di essere affetti dall'infezione.
 “Il problema – continua Tacconi - rimane sempre quello della prevenzione primaria, promuovendo stili di vita adeguati per non contrarre infezioni sessualmente trasmesse”. Di rilevanza anche gli interventi relativi alle vaccinazioni, soprattutto rivolte al coinvolgimento degli operatori sanitari e delle popolazioni a rischio.

“E' fondamentale intervenire rapidamente con un approccio di tipo globale, multisettoriale (medicina umana, veterinaria, formazione-informazione, ecc) perché solo con un’unione di intenti, coordinando gli sforzi e investendo in risorse adeguate, potremo provare a combattere la nuova epidemia della farmacoresistenza, invertendo questo pericoloso trend che in caso di fallimento porterebbe nel 2050 ad una mortalità di circa 10 milioni di persone all’anno nel mondo.
Molte più che per tumori e incidenti stradali” conclude Tacconi.

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