Cittadini stranieri: + 27% di vaccinazioni in un solo mese. Progetto Take Care: video in 5 lingue per fare ancora di più

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Accesso libero, coinvolgimento delle associazioni, informazione, passaparola. Adesso, con il progetto Take Care, anche un video in cinque lingue. In poco più di un mese, dal 20 agosto al 29 settembre, il numero delle vaccinazioni tra gli stranieri iscritti al Servizio sanitario, è aumentato del 27%.

I numeri totali e aggiornati della provincia di Arezzo sono quindi di 18.282 extra europei e di 8.231 dell'UE. Le percentuali: 73,8% nel primo caso e 59% nel secondo. La comunità che si vaccina di più è quella filippina. Quelle sulle quali l'Asl intende intensificare lo sforzo sono dell'est Europa e della Nigeria. Questo anche in ragione della "geografia" demografica dei cittadini stranieri presenti nella provincia di Arezzo. Il numero complessivo è di oltre 106.000. 32 le nazionalità principali: quelle più numerose sono la rumena (23.000) e l'albanese (15.800). Le altre, singolarmente, non superano le 6.000 persone.

Il Covid ha colpito, dall'inizio della pandemia, 2.480 stranieri extra UE e 1.011 Ue. In rapporto al numero complessivo di assistiti, 86,8 su 1.000 nel primo caso e 65,2 su mille nel secondo. Per avere un termine di paragone quello dei cittadini italiani, sempre nella provincia di Arezzo, è stato di 72,8 su 1.000.
"Il nostro obiettivo - commenta il Direttore generale Asl Tse, Antonio D'Urso - è vaccinare tutti coloro che vivono sul territorio. Ci siamo posti il problema dei cittadini stranieri in relazione alle loro oggettive difficoltà ad accedere ai portali per le prenotazioni. Difficoltà linguistiche e nei percorsi informatici. Le soluzioni sono stati gli accessi diretti e il coinvolgimento delle comunità e delle associazioni. I contatti diretti e il passa parola hanno funzionato: l'incremento, in poc più di un mese, è stato del 27%. Anche in questo caso, come con gli imprenditori, i sindacati, i Comuni, la Chiesa e la Caritas, abbiamo confermato la nostra strategia di collaborazione con la comunità in tutte le sue articolazioni. Anche con forme nuove: ad esempio con il progetto Take Care e i video in lingua straniera realizzati dalla Aps ACB Social Inclusion che presentiamo oggi e che verranno programmati dalle emittenti locali, in primo luogo Teletruria e Arezzo Tv che ringrazio per la collaborazione".
Paola Miraglia, Responsabile di ACB Social Inclusion: "il progetto Take care nasce dalla volontà di incoraggiare la vaccinazione anti-Covid anche tra le comunità di migranti presenti sul territorio. L'iniziativa, finanziata dalla Fondazione Nazionale delle Comunicazioni e in partenariato con Azienda USL Toscana Sud Est e le emittenti televisive Teletruria e Arezzo TV, ha visto la produzione di 5 spot della durata di circa 30 secondi ciascuno, in 5 lingue straniere (inglese, francese, arabo, bengalese, urdu). In ognuno dei 5 spot, appare un medico della AUSL Toscana Sud Est e un mediatore per ogni lingua scelta che spiegano, dai loro diversi punti di vista, uno scientifico, l’altro personale, l’importanza di aderire alla campagna vaccinale contro Covid 19. I video sono sottotitolati in lingua straniera, quando parla il medico in italiano e sono sottotitolati in italiano quando a parlare è l’attore straniero".
Stefania Magi è la Responsabile della Medicina Interculturale della Asl Tse: "ci sono gruppi di popolazione più difficili da raggiungere con programmi di prevenzione, per i quali occorre superare la barriera linguistica e costruire fiducia. Per questo oltre a ringraziare i colleghi, le istituzioni e le associazioni - qui rappresentate da ACB Social Inclusion Aps – che hanno collaborato al buon esito di questa campagna, uno speciale ringraziamento va a tutti singoli cittadini stranieri che, punti di riferimenti per molti connazionali, li hanno invitati a vaccinarsi con fiducia, consentendo di reclutare molte persone. Il video, semplice e bello, ci aiuterà ad andare ancora avanti, perché nessuno resti escluso”.
Aleramo Ceva Grimaldi, Direttore della Fondazione nazionale delle comunicazioni, ha sottolineato, con un messaggio, “l’importanza dell’attività di comunicazione in lingua madre, strumento efficace per raggiungere quella fetta di popolazione, migranti un particolar modo, che a causa della lingua, continuano a trovare difficoltà per l’accesso alle modalità di vaccinazione”.

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