Infermiere di famiglia e comunità, servizio potenziato con la donazione di 120 smartphone. Giani: "Figure di riferimento"

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Dal 1 settembre 2021 ogni cittadino che abita nel territorio della Asl Toscana Sud Est ha un Infermiere di Famiglia e Comunità assegnato; un professionista della salute che riconosce e cerca di mobilitare risorse all'interno delle comunità, aumenta e migliora il controllo sulla salute dei cittadini.

Nell'intero territorio della Asl sono 334 gli Infermieri per questo settore (117 Arezzo, 114 Siena e 103 Grosseto).

“Abbiamo attivato questo nuovo modello organizzativo già nel 2020, dichiara il Direttore Generale della Asl Antonio D'Urso; la sperimentazione, nonostante la pandemia, è stata fruttuosa e i risultati ci hanno spinto verso un'accelerazione dell'estensione dell'esperienza a tutto il territorio dell'azienda. La nostra azienda è capofila in Toscana ed una delle prime in Italia ad aver fatto partire questo progetto dell'Infermiere di Famiglia.
Inoltre il Decreto Rilancio - PNRR nella Missione 6: Obiettivo Salute, raccomanda un forte sviluppo delle Cure Territoriali, con Strutture dedicate (Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali Operative Territoriali,...) ma anche con reti di prossimità e rafforzamento della regia territoriale di condizioni di cronicità e fragilità, dando mandato per l'Infermiere di famiglia e Comunità come uno dei punti cardine del rinnovamento dell'assistenza sul territorio. Il nostro obiettivo è quello di potenziare la rete sociosanitaria con un'azione che si sviluppa direttamente dentro le comunità e con le comunità.
Tutti questi infermieri, prosegue il Dg Antonio D'Urso, svolgono funzioni fortemente integrate con tutti i professionisti e gli altri portatori di interessi che operano per la salute dei cittadini, in primis con i medici di famiglia, i medici di comunità, le assistenti sociali, i fisioterapisti, i medici di continuità assistenziale, ma anche le farmacie, le istituzioni religiose, le associazioni di volontariato, il vicinato; tutte quelle risorse, formali ed informali che possono costruire una rete di supporto, sostegno e protezione sul bisogno di salute di una persona che abita nel territorio a lui affidato.
Oggi con questa importante e significativa donazione, conclude D'Urso, per la quale ringrazio le aziende aretine che si sono dimostrate particolarmente sensibili (Calcit-Euronics-Chimet spa- Unoaerre-Novart-Zone Creative-Galvanica Formelli-Pm Allarmi), i nostri professionisti della provincia di Arezzo avranno in dotazione ognuno uno smartphone con un numero dedicato ed entreranno in rete con il sistema e con la comunità. Contiamo a breve di fare lo stesso anche nelle altre provincie.”

“Gli Infermieri di famiglia e di comunità sono stati assegnati ad un territorio specifico e delimitato, dichiara Vianella Agostinelli Direttore Infermieristico dipartimento professioni infermieristiche ed ostetrice, tenendo in considerazione le caratteristiche orografiche, demografiche, epidemiologiche, ma anche la densità abitativa e le caratteristiche sociali del territorio e della comunità che lo abita.
Abbiamo rivolto la massima attenzione alla suddivisione geografica così che questa fosse compatibile con la presenza delle AFT (sedi delle Associazioni dei Medici di Medicina Generale) che operano in uno specifico ambito territoriale. Questo proprio per facilitare la partnership preziosa con i Medici di Famiglia.
Il rapporto medio di ogni infermiere è di 1 ogni 3000 abitanti. Questo garantisce una prossimità adeguata e funzionale alla comunità di riferimento.
Il progetto della Asl Toscana Sud Est vede gli infermieri di famiglia e comunità come una modalità di lavoro e di assistenza, orientate alla singola persona, alla sua famiglia e alla comunità in cui sono inseriti.”

“La società cambia e con essa i bisogni assistenziali, afferma Giovanni Grasso Presidente OPI (ordine delle professioni infermieristiche di Arezzo e coordinatore OPI Toscana).
I sistemi sociosanitari e i professionisti stanno sviluppando diversi modelli organizzativi e gestionali per rispondere ai nuovi futuri scenari con appropriatezza clinico-organizzativa e competenza. L'Infermiere di Famiglia è una figura professionale formata per dirigere e incoraggiare la famiglia, identificando i sui bisogni di salute e indicando la strada migliore nell’utilizzo dei servizi sanitari. Gli obiettivi principali che l'infermiere di Famiglia persegue sono quello di promuovere e proteggere la salute dell’individuo e della popolazione per tutto l’arco della vita insieme a quello di ridurre l’incidenza delle malattie e degli incidenti più comuni, alleviando le sofferenze che questi causano.
Quello dell’infermiere di famiglia e comunità è quindi un ruolo fondamentale per garantire la continuità assistenziale. Grazie alla Donazione di oggi, primo evento in Italia e sono convinto che ce ne saranno molti altri, si sancisce il patto tra Infermiere e Cittadino, una fiducia che viene riposta nella nuova figura dell’Infermiere di famiglia e comunità come soluzione alle risposte di bisogno del cittadino.”

Messaggio del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani in merito al progetto Infermiere di Famiglie e Comunità:

Oggi è una giornata che sottolinea ancora una volta l’importanza degli infermieri di famiglia e comunità, una nuova figura professionale che da quando ha fatto il suo ingresso nella sanità toscana (istituita nel 2018 con delibera) è sempre più punto di riferimento per tutti noi.

La consegna di questi smartphone ne valorizza il ruolo, sottolinea il loro impegno e il prezioso lavoro che svolgono, per il quale non mi stanco di dire grazie, a nome di tutta la Toscana. Grazie anche agli imprenditori e ai cittadini che hanno deciso di investire su questa figura comprendendone l’importanza e il valore per tutta la nostra comunità
Sono loro che seguono ognuno di noi in quegli aspetti delicati della vita di una persona, come il momento delle dimissioni dall’ospedale. E’ questa figura a seguire il paziente al suo domicilio, in famiglia, nella sua vita quotidiana, in stretta collaborazione con tutti gli altri professionisti impegnati nel percorso assistenziale. Con l'obiettivo di intercettare e addirittura prevenire i suoi bisogni di salute, evitare ricoveri inutili, favorire la deospedalizzazione, presidiare l'efficacia dei piani terapeutico-assistenziali, supportare la famiglia e in sostanza migliorare la qualità di vita della persona nel suo contesto di vita.
L’invecchiamento delle persone e l’aumento delle malattie croniche, si porta dietro la necessità di aiutare le persone a vivere nel proprio domicilio il più possibile, garantendo un aiuto nella vita di tutti i giorni . L'infermiere di famiglia e di comunità è sempre di più figura di riferimento , è un facilitatore che aiuta il paziente ad orientarsi.
E fra le sue competenze c’è proprio anche la consultazione dei sistemi informativi e dei documenti per conoscere i problemi di salute.
Ben vengano dunque le nuove tecnologie, la possibilità che queste figure se ne possano dotare per poter eccellere ancora di più nel proprio lavoro. La Regione crede in questo modello assistenziale infermieristico orientato alla famiglia e alla comunità; un modello la cui necessità è considerata centrale da molti anni, a livello nazionale e internazionale, per offrire un contributo chiave nell'ambito delle cure territoriali.
Il mio grazie va a tutta la professione infermieristica nel suo complesso che contribuisce con il proprio impegno e dedizione alla qualità del nostro sistema regionale pubblico collocandolo come uno dei migliori a livello nazionale


Chi è l'Infermiere di famiglia e comunità
E' il professionista responsabile dei processi assistenziali della popolazione a lui assegnata per competenza territoriale, che cerca di aumentare il controllo delle persone sulla loro salute. Valuta i bisogni assistenziali e promuove interventi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, utilizzando oltre alle competenze assistenziali tradizionali, la relazione d'aiuto e l'educazione terapeutica come strumenti di lavoro.
Orienta verso il più appropriato utilizzo dei servizi, migliora l'aderenza terapeutica, attiva consulenze infermieristiche specialistiche e si occupa di formare il caregiver e le persone di riferimento. Collabora all'elaborazione delle migliori strategie assistenziali di continuità tra i diversi setting assistenziali, ospedalieri, territoriali, di cure intermedie o di cure pallative.

Chi NON è l'infermiere di famiglia e comunità
Non è l'infermiere di studio del MMG, e non è l'infermiere che garantisce solo prestazioni tecniche. Collabora con tutti gli interlocutori che insistono sul territorio a lui affidato, con attività effettuate su prescrizione medica o su autonoma attivazione per l'ambito di attività e responsabilità infermieristica.

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