Donazioni al San Donato: camici e guanti per i reparti di malattie infettive e pneumologia Ar24Tv

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Donati da 2 gruppi sportivi amatoriali di ciclismo ai reparti di malattie infettive e pneumologia dell'Ospedale San Donato dpi altamente professionali. Tacconi: "Dispositivi importanti perché le precauzioni vanno sempre considerate e seguite".

Il gruppo sportivo ADS Cavallino e l'associazione amatoriale di MTB Botoli Ringhiosi hanno raccolto oltre 3000 euro con i quali hanno acquistato dispositivi di protezione individuale altamente professionali ed utili: camici e guanti a norma anti Covid. Le attrezzature sono state donate mercoledì 15 luglio direttamente ai medici del San Donato.
Presenti il dott. Danilo Tacconi Direttore del reparto di malattie infettive, il dott. Uberto Maccari di pneumologia e il dott. Alessio Cappietti dirigente medico direzione presidio Ospedaliero. In rappresentanza delle due associazioni Giuseppe Peruzzi presidente dell'ASD Cavallino ed il dott. Patrizio Caldora.

 

"Ringrazio vivamente le associazioni che hanno fatto questa donazione perché abbiamo passato dei momenti in cui c'era forte carenza dei dispositivi di protezione. Avere in donazione guanti e camici per noi è assolutamente importante perché nella nostra attività la sicurezza dell'operatore è fondamentale per affrontare un'epidemia di questo genere. Stiamo passando un momento più tranquillo, sicuramente, ma questi dispositivi sono molto importanti perché le precauzioni vanno sempre considerate e seguite" dichiara il dott. Tacconi.

"Ringrazio i 2 gruppi sportivi e gli aretini, a noi molto vicini. In modo particolare nella situazione sanitaria che abbiamo vissuto e che continuiamo a vivere. Mi associo al dott. Tacconi sul fatto di dover sempre mantenere la guardia alta, stare attenti e continuare a usare i presidi di protezione" afferma a sua volta il dott. Maccari.

"Una donazione per ricordarci che il COVID-19 non è ancora stato sconfitto e quindi di tenere alta l'attenzione. Questa piccola donazione serve per ringraziare tutti gli operatori sanitari, in particolare i nostri amici ciclisti. Nelle giornate di riposo, come hobby, vanno in bicicletta ma durante il giorno rischiano la vita insieme ai loro colleghi per proteggerci da questa terribile epidemia" afferma Peruzzi.

"Tutti sappiamo che il fronte di trincea si sta spostando dalla rianimazione ai reparti che stanno ancora combattendo questa epidemia. Soprattutto pneumologia e malattie infettive. Ancora stanno fronteggiando la coda della fase acuta. Speriamo non ci sia un ritorno. Stiamo attenti, usiamo i presidi di protezione individuale. Questo è molto importante sia fuori che dentro gli ospedali" commenta il dott. Caldora.

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