Treni affollati, Veneri: "La Regione convochi un tavolo con Lfi"

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Interrogazione di Fratelli d’Italia sugli assembramenti che si sono creati a causa della mancanza di spazi e posti a sedere nelle carrozze sul treno che collega il Casentino ad Arezzo.

“Affollamenti e assembramenti a causa della mancanza di spazi e posti a sedere all’interno delle carrozze. Sul cosiddetto “treno del Casentino”, che collega Stia ad Arezzo, da sempre si registrano disservizi e carenza di spazi per i pendolari, i quali spesso sono costretti a viaggiare in piedi e assembrati. Tali disagi sono andati aggravandosi, ovviamente, con l’inizio dell’anno scolastico. Video e racconti segnalano una situazione estremamente critica che espone i viaggiatori a rischio contagio per la mancanza di distanziamento sociale. E' prioritario garantire il diritto alla mobilità, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza e tutela della salute di tutti gli utenti e dei lavoratori” dichiara il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Gabriele Veneri, primo firmatario di un’interrogazione presentata alla Regione Toscana.

“Affollamenti sul treno per il Casentino, ma non solo. A Ponticino, nel Valdarno, il controllore è stato costretto a far scendere pendolari e studenti perché il convoglio era troppo pieno, ben oltre la capienza prevista dell’80%, lasciando i viaggiatori sui marciapiedi in attesa del convoglio successivo. Disagi che si sono sommati ai disagi visti i ritardi accumulati da lavoratori e studenti” fa notare Veneri.

“La Regione deve convocare subito un tavolo di confronto con Lfi e con tutte le altre aziende responsabili del trasporto ferroviario toscano. Va aumentato il numero delle carrozze e aumentare i controlli sui treni. Vogliamo sapere se sono previsti contributi regionali volti a incrementare la vigilanza nelle stazioni e sui treni per garantire la salute, e quali sono le strategie e gli impegni delle aziende del trasporto ferroviario per garantire la qualità e la sicurezza di tale servizio, assicurando innanzitutto il distanziamento sociale imposto dalle norme anti-Covid” chiede il consigliere Veneri.

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