Cronaca
Bambino morto all’asilo di Soci: i RIS al lavoro per chiarire la dinamica
SOCI (Bibbiena) – Il Casentino è immerso in un dolore profondo. L’intera vallata, oggi, osserva una giornata di lutto per la morte del piccolo Leo, due anni e mezzo, deceduto mercoledì mattina nel giardino dell’asilo nido Ambarabà Ciccì Coccò di Soci di via della Rena. Una tragedia improvvisa, assurda, ancora difficile anche solo da raccontare. E’ vero, è il tempo del lutto per l’atroce perdita, ma devono essere raccolti tutti gli elementi per arrivare alla piena chiarezza.
L’indagine: i Carabinieri del RIS nell’asilo sotto sequestro
Questa mattina i Carabinieri del RIS, insieme ai militari della Compagnia di Bibbiena, sono tornati all’interno della struttura, posta sotto sequestro penale, per eseguire rilievi scientifici su incarico della pm Angela Masiello, titolare del fascicolo per omicidio colposo.
A coordinare l’attività investigativa è il procuratore Gianfederica Dito.
Gli accertamenti mirano a stabilire con certezza cosa sia accaduto in quel giardinetto dove Leo, correndo e giocando come ogni bambino della sua età, ha trovato la morte. La prima ricostruzione parla di un tragico incidente: il laccio del giubbotto si sarebbe impigliato a un ramo, stringendosi attorno al collo del bambino fino a provocare il soffocamento.
Gli investigatori stanno però verificando ogni dettaglio utile alla ricostruzione di quanto accaduto: dalla posizione esatta del ramo alla dinamica dei movimenti del bambino. C’è il tema della tipologia del giubbotto o del capo di abbigliamento indossato, gli eventuali punti di ancoraggio nell’area verde, fino alla questione della sorveglianza, i tempi di intervento e le modalità dei soccorsi. Da verificare l’esistenza di telecamere di video sorveglianza, di cui pare però la struttura sia priva.
Un lavoro delicatissimo, necessario per fare luce su una morte che ha sconvolto una famiglia e un’intera comunità che sono sì immerse in un dolore indicibile, ma chiedono risposte.
I soccorsi “hanno lottato per oltre un’ora”
Le educatrici si sono precipitate su Leo non appena si sono accorte che non respirava più. Hanno iniziato subito le manovre di emergenza, proseguite poi dal personale sanitario del 118, arrivato in pochi minuti.
Le operazioni di rianimazione sono andate avanti per oltre un’ora. È stato attivato anche l’elisoccorso Pegaso, poi fatto rientrare: per Leo non c’era più nulla da fare.
Il corpo del bimbo è stato composto presso l’obitorio dell’ospedale San Donato di Arezzo, mentre per la giornata di martedì 18 novembre è stata disposta l’autopsia.
Un dolore che attraversa il Casentino
Il Comune di Bibbiena ha proclamato il lutto cittadino per tre giorni, condiviso simbolicamente da tutto il Casentino. Le iniziative scolastiche previste in alcune scuole della zona – anche ad Arezzo – sono state sospese in segno di rispetto.
Il vescovo Andrea Migliavacca ha espresso un messaggio di profondo cordoglio:
«Mi stringo con affetto alla famiglia, a chi ha amato e protetto questo bambino. Chiedo a tutti di unirsi nella preghiera».
Questa sera alle 21, nella chiesa di San Niccolò, si terranno una veglia di preghiera e una fiaccolata silenziosa, aperta all’intera popolazione. L’iniziativa è del parroco, Don Josè.
Fiori, peluche e messaggi: l’asilo diventa un luogo di raccoglimento
La piccola cancellata che delimita il nido è ormai sommersa da fiori, giocattoli, pupazzi. Biglietti scritti con mano tremante, alcuni dai genitori degli altri bimbi, altri dai giovani del paese o dagli anziani che non hanno voluto mancare.
Uno, tra tutti, colpisce:
«Ciao Leo, piccolo angelo. Aiuta la tua mamma, il tuo babbo e il tuo fratellino».
Una comunità che cerca risposte
Mentre l’indagine prosegue, restano lo sgomento e l’incredulità. A Soci nessuno riesce ancora a capire come un gioco innocente possa essersi trasformato nella fine di una vita. Il nido, gestito dalla cooperativa Koinè – da sempre punto di riferimento per tante famiglie – è chiuso e resterà tale finché la magistratura non avrà completato le verifiche.
Intanto il Casentino abbraccia la famiglia di Leonardo, travolta dal dolore più grande che un essere umano possa provare. Un dolore che, oggi, è il dolore di tutti.












