Brandi: "Quello che le amministrazioni locali e non solo loro, hanno smesso di fare: progettare"

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Durante un dibattito a una festa de L’Unità, un signore ha dichiarato il proprio voto per la Lega, dopo una vita passata a votare a sinistra perché, sul tema della sicurezza, ha sentito distante il PD e vicino Salvini.

Un tempo, un intervento del genere sarebbe stato fischiato, oggi ha ricevuto molti applausi. E’ da un po’ che vado predicando che in Toscana si fa finta di non vedere che fasce consistenti di elettorato si sono spostate dal PD verso la Lega, un sisma politico che ha portato a perdere città e comuni e che solo apparentemente può sembrare contraddittorio.  La cosa stupefacente è che di fronte a questo terremoto si fa finta di niente.  E’ solo un problema di perdita di contatto con la realtà da parte dei così detti gruppi dirigenti? In parte sì. Oggi la politica è confinata a un ragionamento tra pochi, dentro circoli riscaldati d’inverno e con l’aria condizionata d’estate.  Ma non c’è solo questo. C’è anche l’assenza di umiltà, di capire che quando si sbaglia occorre cambiare.  Un grande partito di popolo non può ignorare quello che la gente pensa. Il tema della sicurezza è una di quelle cose che le persone comuni sente bruciare sulla pelle ma che di cui si fa fatica (a sinistra) a parlare. Fa così paura che alcuni tentano un esorcismo fatto di statistiche. Possiamo ripetere all’infinito che la percentuale dei furti è diminuita, che non v’è corrispondenza tra immigrazione e aumento dei delitti e che alla fine, tutto sommato la nostra Valdichiana è un posto buono per viverci. Possiamo ripeterlo all’infinito ma tra la gente la sensazione non è questa. E siccome non ci si può accontentare di pensare che siano agli altri a sbagliare vanno trovate soluzioni.

Personalmente non temo gli argomenti scomodi e non mi disturba dire una cosa che è scritta nei libri di storia e cioè che il PCI, partito una volta di maggioranza nelle nostre zone, era un partito d’ordine, che considerava l’osservanza delle leggi e il rispetto per le Istituzioni come beni primari. Un fatto che consentiva di tenere insieme il bisogno di giustizia e la tutela delle persone. Perché la sicurezza non è solo un problema di ordine pubblico, ma di giustizia, di cura, di educazione civica.  Oggi assistiamo a pantomime come quella di Scalfarotto che va a trovare in carcere l’assassino di un carabiniere, senza che nessuno, ai vertici del PD, riesca a dire qualcosa di più che “quella è un’iniziativa personale” .

No non è personale!  E’ un fatto politico che si riverbera negativamente su tutti. 

Tuttavia basta questo per convincere le persone? Non basta. Occorre qualcosa di più, ci vuole quello che le amministrazioni locali, e in verità non solo loro, hanno smesso di fare: ci vuole un progetto. Che vuol dire rafforzamento dei controlli sul territorio, maggiori risorse a disposizione delle forze dell’ordine, aumento della cooperazione tra amministrazioni locali con piani di zona legati alla sicurezza.

Ci vuole quello che Minniti, unico ministro degli interni serio degli ultimi anni, ha cercato di fare in tema d’immigrazione e per questo è stato “svillaneggiato” da esponenti del suo stesso partito:  un approccio serio, non ideologico, che metta insieme diritto ed efficienza.  

Paolo Brandi

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