Baby gang, Tanti: "Chi ha sbagliato deve pagare, ma Arezzo garantisce una seconda possibilità"

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Il vicesindaco di Arezzo torna sul tema delle baby gang e del disagio giovanile e risponde alle accuse mosse dall'opposizione. Con una nota, infatti, Donella Mattesini e Valentina Vaccari avevano parlato della mancanza di una rete di protezione sociale in città. “Dalla Giunta progettualità già attive, scuole aperte h24 e momenti ludico ricreativi a tappeto - spiega Tanti - ma chi delinque sconti la giusta pena. Rinvio al mittente il buonismo del PD” .

“Leggo alcune dichiarazioni di esponenti PD che vorrebbero spiegazioni, segnatamente da me ed in generale dalla Giunta, su cosa stiamo facendo per il disagio giovanile. La risposta è che stiamo facendo molte cose: 200mila euro per assicurare, gratuitamente, percorsi ludico-ricreativi nel periodo estivo con il progetto "TempoBello", scuole aperte gratuitamente alle associazioni che promuovono attività aggregative, culturali e ricreative, progetto per oltre mezzo milione di euro in collaborazione con l'assessore alle politiche giovanili Scapecchi, percorsi di sostegno a chi si trova in situazioni di potenziale disagio e marginalità, dopo scuola a tappeto in molte realtà cittadine, percorsi di lingua italiana per alunni che vengono da paesi lontani, oltre allo sportello di Fraternita che assicura anche momenti di educazione civica grazie all'assessore Carlettini.
Ma visto che la domanda è a me, per me rispondo così: non mi "convertirete" mai alla ideologia buonista secondo la quale chi non rispetta la regole non ha responsabilità e la colpa è della società. Nemmeno per sogno: chi spaccia, picchia e spaventa i propri coetanei ha diritto ad avere una seconda possibilità - e Arezzo la garantisce - ma prima sconta la pena per aver fatto male ad altri. Quindi il posto per questi "ragazzotti" è la galera, poi - appena fuori - troveranno tutte le opportunità per crescere. Qui non si tratta di disagio general generico, qui si tratta di aver picchiato, derubato, vittimizzato i propri coetanei, e io solo so quante telefonate di giovani, di mamme e di babbi terrorizzati ho accolto: io sto dalla loro parte. La città è aperta ad accogliere chiunque, ma le vittime non sono i "bulli", i "bulli" in questione hanno fatto azioni violente e incresciose ed il loro percorso è bene che inizi da dove sono adesso. Ho la delega alle politiche di coesione sociale in un terribile momento storico, tra una pandemia appena finita ed una guerra appena iniziata, ogni giorno parlo e ascolto le sofferenze di molte persone e proviamo a dare risposte. Diverse notti in bianco la passo per famiglie che non arrivano a fine mese, per ragazzi a cui è stato tolto il diritto di socializzare durante la pandemia e ne pagano ancora il prezzo, per chi ha un lavoro precario, per chi studia e non sa come fare a trovare il diritto di essere protagonista nel mondo. Chi picchia però non può scaricare la propria scelta su altri. Stiano dove sono, per ora è lì il loro posto, poi chiedano scusa, poi scontino la pena e poi - ma solo dopo - saremo al loro fianco perché possano ripartire. Non ci sono scorciatoie, non sarebbe giusto per le tante brave persone e i tanti bravi ragazzi”.

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