Arezzo, nuove regole per la gestione e l'uso degli impianti sportivi. Scapecchi: "È l'anno zero"

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L’assessore Federico Scapecchi ha parlato in Consiglio comunale della riapertura della piscina di via Gramsci e della nuova versione, approvata in Consiglio, del regolamento per la gestione e l'uso degli impianti sportivi comunali.

Su sollecitazione di Francesco Romizi che ha messo in risalto come il Comune di Arezzo sia stato forse l’unico capoluogo di provincia in Italia senza permettere per mesi la fruizione di una piscina, l’assessore Federico Scapecchi ha ribadito che “la vicenda del palazzetto del nuoto sta per trovare un epilogo con la riapertura dell’impianto lunedì 11 aprile, come da precedente comunicazione del gestore confermata da una nota stampa odierna. Quest’ultimo tornerà disponibile inizialmente per gli atleti agonisti, essendo a quel giorno utilizzabile una sola vasca, mentre da lunedì 2 maggio la riapertura sarà generalizzata. Il primo maggio è inoltre previsto un evento a ingresso gratuito per nuoto libero e fitness. Fino al 30 aprile nulla cambia: servirà infatti ancora il green pass rafforzato e dunque anche la vigilanza della polizia municipale non verrà meno”.

Dopo di che, sempre su proposta dell’assessore Federico Scapecchi è stata approvata dal Consiglio Comunale la nuova versione del regolamento per la gestione e l’uso degli impianti sportivi comunali. “Occorreva intervenire – ha rilevato l’assessore – con un articolato ex novo e non con la modifica parziale o l’integrazione del precedente, considerate le normative nazionali e regionali intervenute progressivamente dopo l’emanazione di quel testo. Il regolamento che scaturisce, dunque, rappresenta una sorta di ‘anno zero’ per gli impianti sportivi, un complesso di regole a cui sono soggette tutte le strutture, sia quelle a gestione comunale diretta sia quelle in concessione. I principi ispiratori sono: la rilevanza pubblica degli impianti. Non si deroga più al principio del bando per ottenere la loro gestione. La variabilità nella durata della stessa: diciamo che la prassi prevede per un concessionario un periodo di 6 anni più un solo rinnovo per altri 6, con la possibilità di una proroga tecnica di ulteriori 12 mesi. Tuttavia, un concessionario può arrivare a una gestione venticinquennale a determinate condizioni che sono la necessità di riqualificazione e ammodernamento dell’impianto. In questo modo premiamo la volontà d’investire. Accesso e uso degli impianti comunque garantito, a conferma della valenza sociale della disciplina introdotta: anche i singoli cittadini che non siano iscritti ad alcuna società o aderiscano a una diversa dal concessionario, devono poter fruire delle strutture, nei tempi rimasti disponibili e pagando una tariffa che sarà la giunta a determinare.

Abbiamo inoltre introdotto una ‘terza via’, a metà tra la gestione diretta del Comune e la gestione in concessione. Si tratta della cosiddetta ‘gestione in uso’. Per alcuni impianti, precipuamente le palestre delle scuole, a disposizione delle associazioni sportive dilettantistiche in accordo con i dirigenti scolastici, non si procede all’affidamento di una vera e propria gestione ma un soggetto s’impegna comunque alla cura di alcune attività quali la custodia, la pulizia e l’allestimento.
Ulteriore punto riguarda la concessione degli impianti privi e con rilevanza economica, qualità assegnata dalla Giunta sulla base di valutazioni periodiche. Solo per i primi è prevista la possibilità di un contributo da parte del Comune per assistere il gestore”.

Il Consiglio Comunale ha esaminato il progetto della società Italferr relativo all’installazione in città di barriere antirumore lungo la ferrovia Firenze-Roma. I lavori, in particolare, riguardano i tre chilometri e mezzo compresi tra la frazione di San Marco e viale Cittadini. “Oggi prendiamo atto di questa opera pubblica – ha sottolineato l’assessore Francesca Lucherini – ma confidiamo che in una fase successiva, magari in sede di conferenza dei servizi, qualcuno sollevi la questione del forte impatto visivo di strutture alte 7 metri. E penso alla Soprintendenza”.
Dalla Cat, per voce del presidente Simon Pietro Palazzo, è pervenuto un emendamento con cui è stato chiesto che gli stessi pannelli fonoassorbenti siano, proprio per minimizzarne l’impatto visivo, in materiali trasparenti. Per Michele Menchetti, sulle pareti delle barriere andrebbero sistemati pannelli fotovoltaici. L’assessore Francesca Lucherini ha fatto proprio l’emendamento Palazzo e non accolto l’emendamento Menchetti che è stato poi bocciato dall’assemblea. La delibera emendata è stata approvata.

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