Romizi: “Una lettera al giorno toglie il medico di torno. In questo caso il pediatra”

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Inviata dal capogruppo consiliare Arezzo 2020 Francesco Romizi una richiesta alla Asl sud est sul centro unico pediatrico.

“Una lettera al giorno toglie il medico di torno. O di turno". Pare una battuta ma possiamo tranquillamente utilizzarla in termini neanche troppo metaforici, considerata la produzione epistolare del vicesindaco Tanti che sfiora oramai cadenza quotidiana. Il tema, neanche a dirlo, la sanità, la medicina, i reparti, l’ospedale, i primari e, appunto, i medici. Di ogni specializzazione possibile e immaginabile.

Entrerò nel merito di una delle ultime lettere spedite, quella relativa al punto pediatrico unico, ma prima sottolineo la contraddittorietà di questa missiva rispetto alle precedenti, che sono di pochi giorni fa e non risalenti a chissà quando, ugualmente sbandierate. In queste si faceva riferimento ai grandi progetti di case della salute o case della comunità come punti cardine della riorganizzazione della sanità territoriale grazie ai fondi del Pnrr. Elementi fondamentali di tali strutture, sarebbero i team multidisciplinari dove ciascuno, in collegamento stretto, esercita le proprie competenze in maniera integrata.

Vi dovrebbero quindi trovare posto, come ribadito dalle programmazioni nazionali e regionali e dalla stessa letteratura, accanto ai medici di famiglia e ad altre figure, anche i pediatri di libera scelta. L’esatto contrario dell’accentramento degli stessi in un ‘punto unico’. Verrebbe da dire, delle due l’una, o ancora: ricordatevi ciò che dite di settimana in settimana perché quella prima sono bellissimi i luoghi dove instaurare prassi sinergiche tra medici, quella dopo estrapolate una professionalità e la confinate in un punto unico.

Punto, peraltro, già individuato dal vicesindaco in locali vicini al San Donato, a dimostrazione che fa sul serio e che non è una boutade, come non lo sarà stata quella sulle case di comunità. A dimostrazione che è ammesso dire tutto e il contrario di tutto. E avanzare, nel caso specifico, al di là della consueta genericità degli annunci, proposte inaccettabili per i motivi che ribadisco: i pediatri di libera scelta svolgono una funzione analoga a quella dei medici di famiglia, caratterizzata dalla prossimità, sono dunque da trattare non come ‘riserva indiana’ ma nell’ambito di un progetto complessivo riguardante collocazione delle strutture e inquadramento dei ruoli. E già che ci sono, queste considerazioni intendo inoltrarle ufficialmente ai direttori generale, sanitario e di distretto della Asl sud est. Pregandoli di tenere in considerazione un umile consigliere comunale e non un vicesindaco. Cercherò di non farmi prendere la mano da scrittura irrefrenabile”.

 

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