San Giovanni Valdarno, tempio crematorio e ambiente

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Il Movimento 5 Stelle sangiovannese presenta una mozione sulla costruzione del “Tempio Crematorio” cittadino

Un costo stimato in 3 milioni e 200 mila Euro a carico dell’azienda che otterrà la concessione trentennale. Il “Tempo Crematorio” a San Giovanni Valdarno, che nascerà proprio accanto al cimitero, sta già facendo comunque discutere, il comune con un’apposita delibera dello scorso 11 Maggio ha dato il via alla sua progettazione definitiva ed esclusiva ma è il capogruppo del Movimento 5 Stelle cittadino Tommaso Pierazzi a presentare una mozione in consiglio comunale circa i pericoli, soprattutto da un punto di vista ambientale, che porta con sé questa importante opera:

“Con delibera dell’11 maggio u.s. la Giunta di San Giovanni Valdarno ha dato il via libera all’affidamento in concessione della progettazione definitiva ed esclusiva, della costruzione e della gestione di un “Tempio Crematorio” a disposizione anche per i non residenti.

L’opera dovrebbe vedere la sua realizzazione nella zona attigua al cimitero e con un investimento complessivo superiore a 3milioni di euro, con una durata complessiva della concessione di 32 anni e 6 mesi dalla stipula del contratto.

Ad oggi in Italia non esiste una norma unitaria che disciplini l’installazione degli impianti di cremazione e le loro conseguenti emissioni, mentre la regione Toscana risulta aver ottemperato solo in parte alle disposizioni della legge 130/2004 con l.r. 29/2004 (Legge regionale 31 maggio 2004, n. 29 Affidamento, conservazione e dispersione delle ceneri derivanti dalla cremazione dei defunti.). Infatti ad oggi manca un piano regionale toscano di coordinamento che specifichi linee guida che garantiscano una pianificazione organica e sostenibile dal punto dei vista ambientale

Facendo un breve censimento degli impianti di cremazione presenti in Toscana ne abbiamo trovati 12: 1 ad Arezzo, 1 a Bagno a Ripoli, 1 a Carrara, 2 a Firenze, 3 a Livorno, 1 a Massa (in uso solo per i residenti), 1 a Pisa, 1 a Pistoia, 1 a Siena (in uso due soli giorni alla settimana).

Tanto per fare un esempio, in Veneto, dove ci sono poco meno di 5 milioni di abitanti, ci sono solo 7 tempi crematori, mentre in Toscana con 3,7 milioni di abitanti ci sono già 12 di impianti

Noi come movimento 5 stelle non abbiamo pregiudiziali di contrarietà, ma ci teniamo a sottolineare le preoccupazioni sul lato ambientale.
Dai forni si sprigionano: polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono anche aggiungersi: emissioni di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco, diossine-furani e Ipa (idrocarburi aromatici policiclici)

Non a caso da alcuni controlli effettuati da Arpat alcuni forni crematori hanno evidenziato emissioni di diossina in atmosfera non conformi alle autorizzazioni dettate dalla difficolta nel mantenere una temperatura elevata >800-850 C°

Oggi presentiamo un’interrogazione per avere chiarimenti sull’argomento che già sta preoccupando molto cittadini.

Intanto vorremmo sapere:
-se esiste uno studio di fattibilità dove si evinca il motivato e la necessità di dotare il Comune di un forno crematorio
-quali siano i dati previsti per la conduzione dell’impianto (ore di funzionamento giornaliere, numero di cremazioni giornaliere)
-quale siano le condizioni attuali di qualità dell’aria e di diossine e mercurio in campioni di terreno e vegetali nell’area individuata prima della entrata in esercizio del forno crematorio. Questa indagine ha lo scopo di verificare, con successivi controlli periodici, eventuali deposizioni significative di inquinanti e, in tal caso, so- spendere sia l’attività crematoria che, a scopo precauzionale fino ad analisi del prodotto, il consumo della eventuale presenza di vegetali coltivati;
-se sia stata redatta una valutazione di impatto ambientale con idonee misure di mitigamento dell’impatto
-se sia stati effettuata un’analisi dei venti con evidenziazione di aree successivamente a rischio di inquinamento
- se siano previsti dei monitoraggi in continuo dei principali inquinanti emessi e se Arpat si sia mossa in tal senso

Noi pensiamo che opere così importanti dovrebbero essere proposti alla cittadinanza prima di deliberare in merito ma soprattutto accompagnate da un confronto trasparente con gli abitanti che vivono lì vicino”

Tags: MoVimento 5 Stelle

Massimo Bagiardi

Massimo Bagiardi

Giornalista pubblicista da 20 anni ho da sempre curato la passione per lo sport e in particolare per la Sangiovannese calcio che seguo con passione ogni Domenica e in tutte le occasioni dal lontano 1989.

Amo la musica anni 80, ho creato e gestisco forzasangio.it sito che parla del magnifico mondo azzurro