“Arezzo ha bisogno del Sindaco”. Il Gruppo consiliare Pd: "12 ore di Consiglio comunale meritavano la presenza"

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Nota del Gruppo consiliare del Partito Democratico

“È davvero triste e, in verità, piuttosto imbarazzante, liquidare la legittima perplessità espressa dall’opposizione sull’ennesima assenza del sindaco come voglia ‘di rissa’ o ‘desiderio di farsi pubblicità’. Da quando chiedere una spiegazione in tal senso è ‘buttarla in rissa’? Da quando è pretestuoso volere che il primo cittadino, nonché consigliere, sieda in Consiglio Comunale?

La replica del capogruppo di Ora Ghinelli, oltre a essere l’ennesimo autogol per l’amministrazione - davvero ritenete di impedire così candidamente ogni possibile dissenso? - risulta anche contraddittoria. Palazzo dice che diversi atti di indirizzo sono stati votati all’unanimità e questo chiarisce il vero intento dell’opposizione che è quello di partecipare attivamente alla realizzazione di progetti che contribuiscano al benessere della città.

Se fossimo oppositori oltranzisti ridotti a un ostruzionismo fatto di pretesti, collaboreremmo in questo modo? Né tantomeno creiamo ‘nemici’ o tentiamo di affossarli con mediocri bassezze, attribuiteci superficialmente.

Non offendetevi se chiediamo rigore e rispetto del Consiglio Comunale: i primi ad averlo fatto sono stati i cittadini, concedendo il privilegio di governare.

Abbiamo compreso le necessità personali del sindaco che lo hanno portato all’estero, abbiamo accettato il moltiplicarsi delle dirette Facebook per gli aggiornamenti sui dati del Covid, a proposito di voglia di visibilità e pubblicità, e contempliamo l’esistenza di altri impegni istituzionali. Ma non venite a dire che dodici ore di Consiglio Comunale non meritavano la presenza del sindaco, un breve saluto, una visualizzazione in digitale, una qualche forma di apparizione che attestasse un minimo di interesse.

Prima di tutto possiamo chiederlo. Secondo: almeno risparmiateci l’accusa delle polemiche pretestuose per coprire la mancata risposta.

Palazzo dice infine che abbiamo avuto ‘coraggio’ nel fare il poco che abbiamo fatto. Ebbene non si tratta di coraggio, ma di dovere ed è con senso del dovere e di servizio che si amministra correttamente una città. Ma il presupposto, lo ripeteremo fin quando non sarà chiaro, è esserci.

Di coraggio ne servirà molto agli aretini delusi e stanchi che non meritano un’amministrazione tanto sfuggente e debole nel frangente economico e sociale più difficile mai vissuto dal dopoguerra a oggi”.

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