Arezzo, impegno a ridurre le emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra di almeno il 40% entro il 2030

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Il Consiglio Comunale, su proposta dell’assessore Marco Sacchetti, ha dato mandato al sindaco di sottoscrivere di nuovo il Patto dei sindaci per il clima e l’energia. Con questa adesione, il Comune s’impegna a ridurre le emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra sul proprio territorio di almeno il 40% entro il 2030.

Al fine di tradurre tali impegni in azioni concrete, il Comune dovrà basarsi su un Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes) sottoposto a un monitoraggio degli stati di avanzamento. “Il patto dei sindaci è stato lanciato direttamente a livello europeo - ha rilevato Marco Sacchetti - e la Commissione ha individuato nelle comunità locali il contesto in cui è maggiormente utile agire per una riduzione delle emissioni e una diversificazione dei consumi energetici. Tale adesione è in linea con il nostro programma e con gli obiettivi contenuti nel documento unico di programmazione. Sono fiducioso: iniziative pubbliche e private possono convergere verso questo obiettivo. Per quanto riguarda l’edilizia privata confido nell’occasione offerta dal cosiddetto eco-bonus 110% mentre per quanto riguarda il patrimonio pubblico l’amministrazione proseguirà nella riqualificazione delle scuole e nelle iniziative per la riduzione dei rifiuti. Sarà mia cura sarà condividere con il Consiglio Comunale i risultati conseguiti nel corso dei vari step”. La delibera è stata approvata all’unanimità con 30 voti.

Con la successiva delibera proposta, Marco Sacchetti ha ricordato “come il servizio di gestione integrata dei rifiuti sia stato assegnato, come noto, dall’Ato Toscana sud a Sei Toscana. In questa situazione nel 2020 è diventato cogente un sistema in cui ai Comuni non sono più ricondotte le competenze in materia di piano economico-finanziario. È il cosiddetto metodo Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) che è entrato in essere non solo per i contratti vigenti ma addirittura retroattivamente, incidendo anche nella determinazione delle tariffe. In sintesi, considerando tutti i complessi meccanismi che ne derivano, di fatto ci stabilizzeremo su aumenti costanti. Il metodo Arera da una parte, che impone il riequilibrio economico-finanziario, e dall’altra i problemi del gestore, i contenziosi in essere e i riflessi sul sistema impiantistico, comporteranno problemi che vanno oltre lo specifico dispositivo di questa delibera”.

Per Roberto Bardelliè assurdo essere chiamati a ratificare decisioni che altri prendono sulla nostra testa e che siamo costretti a trasferire sui cittadini”. Anche Francesco Lucacci ha rilevato come questa sia “una vergogna. Nel caso specifico, un governo ha deciso di consegnare, con un contratto in essere, aspetti di rilevanza economica e tariffaria a un’autorità che si era occupata fino a quel momento di altro. Tutti i sacrifici fatti da questa amministrazione per abbassare la Tari vengono vanificati. I Comuni dovrebbero riaffermare, anche tramite l’Anci, il diritto a nuove gare e assegnazioni del servizio di raccolta dei rifiuti, magari tornando ad Ato a dimensione provinciale”.

Donato Caporali: “anche con il vecchio metodo non ci saremmo discostati molto dall’attuale tendenza. Chiedere una nuova gara oggi non mi pare percorribile, con un inchiesta in corso. Non vorrei trovarmi un domani senza un soggetto che curi la raccolta dei rifiuti”.

Simon Pietro Palazzo, sulla scia delle considerazioni di Lucacci, ha annunciato un atto di indirizzo della maggioranza collegato alla delibera: “siamo costretti a riscrivere la storia di Arezzo all’interno dell’Ato, in virtù di uno scenario in cui subiamo e basta. L’atto di indirizzo che proponiamo è per dire che non possiamo sottostare in maniera supina a quanto ci viene proposto. E temo che non sarà l’unica imposizione che ci troveremo ad affrontare. La tariffa sarà viziata da ora in poi non solo dalle previsioni dell’anno corrente. Arera è un’authority del governo, ha una veste istituzionale elevata ma il suo equilibrio economico viene garantito dai soggetti che controlla, tramite un contributo proveniente dai loro ricavi. L’unica via è dotarci di uno strumento che permetta di uscire dal meccanismo di una tariffa destinata a crescere automaticamente”.

Egiziano Andreani: “il sistema attuale permette di mantenere il sistema inefficiente e questo si ripercuote sui cittadini e le imprese. Purtroppo dovremo votare a favore di questa delibera ma non siamo contenti di quanto accade sul sistema tariffario e questa è la ratio dell’atto di indirizzo di maggioranza”.

Dunque, i gruppi di maggioranza hanno deciso di votare la delibera “obtorto collo” ma anche il loro atto di indirizzo con il quale autorizzano il sindaco in assemblea Ato a richiedere un parere legale per valutare se il nuovo sistema, che incide negativamente sul costo del servizio e sulla tariffa, possa comportare motivi di risoluzione dal contratto in essere o di recesso dallo stesso”.

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