Il risveglio della consapevolezza

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Riflessione del Movimento 5 Stelle Arezzo sulle residenze per anziani e l'attuale emergenza Covid-19

Chi di noi, che ha appena superato i 60 e gode di buona salute e di autonomie e di curiosità, è
disposto a farsi da parte?

A questa articolata domanda/riflessione di un’attivista dà voce il Movimento 5 Stelle di Arezzo.
Un susseguirsi di numeri e di cifre ai tempi del Covid-19. Sono punti di riflessione che affiorano
inesorabilmente e che si incontrano in un grafico di coordinate e ascisse, pronti a costruire
diagrammi di malati Covid-19 prevalentemente over 60.  Focolai epidemici che nascono in più parti del globo terrestre e destinati in pochissimo tempo a farsi Pandemia e cioè unicum. Non più una serie di puntini isolati ma linee ben tratteggiate sovrapponibili a meridiani e paralleli terrestri. Tra i tanti punti Covid-19 che in breve tempo sono apparsi alla nostra attenzione, vi troviamo le Residenze per Anziani. Pronte, queste residenze, a rubare la scena alle documentazioni video dei luoghi ameni per vacanze residenziali destinate ad altri soggetti in transito, per esempio dall’Italia verso luoghi e “paradisi” esteri, atti a garantire a giovanili anziani un adeguato vivere per il tempo nuovo che la vita ha potuto concedere loro. A noi anziane stanziali, da buone e rassegnate italiane, più o meno sole, più o meno ormai inette, la società industrializzata ha riservato la “Casa di Riposo”, neologismo per dire ospizio. Anzi no, chiamiamole con il loro nome: strutture sovradimensionate per massimizzare il contenimento dei costi del personale. Luoghi che si sono moltiplicati a dismisura nei decenni appena trascorsi. Parliamo di un business multimilionario gestito da privati e fondazioni, spesso con l’apparente maschera dell’interesse pubblico e della cura caritatevole. Per quanto molti dei lavoratori di tali strutture operino con dedizione, vocazione e mestiere, lo stesso modus operandi non si evince ai vertici delle responsabilità gestionali. Il fatto pandemico in corso ha rivelato a tutti noi l’aberrante situazione in cui sopravvivono le persone. I cittadini che dopo aver fatto la guerra, una o forse due, essere sopravvissuti a quelle, aver contribuito alla ricostruzione del paese Italia, aver generato figli e garantito benessere e illusioni di eternità ad una progenie destinata a tradire nel nome del padre, si sono trovati a morire inermi e soli nelle fatidiche RSA di riposo. Viene da rimpiangere la convivenza civile delle società agro-pastorali, mezzadria compresa, quella dei gruppi umani destinati ad una conviviale coesistenza che, pur con molti limiti dati dalle vetuste regole genealogiche, è stata spazzata via dalla società moderna succube anch’essa della regola maestra del profitto in cui ci siamo infognati.  La legge 180, quella di Basaglia, aveva tentato di superare varie forme di istituzionalizzazioni destinate alla cronicità ma la rincorsa verso il consumismo più sfrenato che ha oggettivato il corpo umano ad un anello della catena produttiva, alienandolo da un “io” pensante, ha consentito la costruzione, scientemente sadica, delle strutture di cui sopra. Sicuramente una classe di abbienti e di persone che occupano spazi di governo, di potere di qualsiasi genere, non usufruiscono e mai varcheranno lo scalino d’ingresso dei luoghi sopra definiti. No, quelli sono i posti per i nuovi Miserabili perché poveri, malati e soli, che l’Italia risorta dalle macerie delle guerre ha destinato per i propri padri e le proprie madri. Il Movimento 5 Stelle nella sua filosofia guida auspica l’avvio di progetti socio-assistenziali innovativi per gli anziani e rivoluzionare il sistema socio-assistenziale. Lo dice da molti anni e continuerà a chiedere nuove regole nel mondo del lavoro, nella convivenza civile e nella valorizzazione della vita in ogni attimo del proprio evolvere.

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