Nomine, convocata la Commissione controllo e garanzia. Il presidente Romizi: "Giudizio politico un dovere"

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Dopo il "caso Multiservizi", l'opposizione in consiglio comunale si muove sui criteri seguiti dal sindaco di Arezzo Ghinelli sulle nomine delle partecipate e convoca la Commissione, presieduta da Francesco Romizi. Tra i componenti, anche Roberto Bardelli 

È prevista per venerdì 14 febbraio alle 13 in palazzo comunale ad Arezzo, la seduta della Commissione controllo e garanzia, presieduta da Francesco Romizi: "Abbiamo invece il dovere del giudizio, politico per l’appunto, nei confronti dell’opportunità di certe parole e comportamenti"

Come annunciato a margine dell'ultimo consiglio comunale di Arezzo dall'opposizione, puntuale arriva la convocazione della Commissione consiliare controllo e garanzia. Tale commissione, presieduta da Francesco Romizi, normalmente si riunisce ogni sei mesi ed è composta dai consiglieri Bonacci Giovanni, Pasquini Donata, Casi Tiziana, Apa Jacopo, Bardelli Roberto, Caporali Donato, Ralli Luciano, Ricci Massimo, Carlettini Giovanna.

“Un atto politico – aveva anticipato Alessandro Caneschi, Consigliere comunale e Segretario comunale aretino del Pd – per confermare quanto stiamo ripetendo in queste ore: non spetta a noi affermare e verificare reati: è un compito della magistratura. Spetta a noi sviluppare un confronto su un concetto: l’Amministrazione Ghinelli è all’altezza dei bisogni di Arezzo? La risposta è no”.

“È all’ordine del giorno – ha sottolineato il presidente Francesco Romizi – la verifica degli indirizzi seguiti dal sindaco Ghinelli per le nomine dei rappresentanti del Comune nelle società partecipate, alla luce di alcune sollecitazioni che mi sono pervenute dal gruppo consiliare del Pd. La chiarezza su questo tema è un’esigenza a prescindere, ma lo è ancora di più nell’attuale fase. Invito tutti i membri della commissione a parteciparvi e a dare il loro contributo al dibattito. Rivendico la natura ‘politica’ di questa convocazione e la sottolineo con forza: non possiamo adeguarci all’agnosticismo o rassegnarci ad abdicare da ogni ruolo. Abbiamo invece il dovere del giudizio, politico per l’appunto, nei confronti dell’opportunità di certe parole e comportamenti. Che è cosa molto diversa dall’entrare nel merito di eventuali reati, azione questa sì, che non ci compete”.

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