Sanità
Arezzo: all’ospedale San Donato più nascite, no Covid tra mamme e bebè
I parti sono stati seguiti nel percorso di avvicinamento e statisticamente sono aumentati di numero.
“Siamo rimasti nel nostro reparto in ospedale ma abbiamo rivoluzionato il modo di lavorare. Con un obiettivo: garantire la massima sicurezza a mamme, figli, operatori sanitari e, perché no, anche ai padri – spiega Ciro Sommella, direttore dell’unità operativa -. In primo luogo l’accesso: ogni futura mamma si è sottoposta al tampone alla 39esima settimana. Quindi avevamo e abbiamo la certezza che quando entrava o entra in ospedale è “negativa” al Covid. Abbiamo comunque allestito un’area, che fortunatamente è rimasta inutilizzata, per le future mamme eventualmente positive o sospettate di esserlo. Quindi il nostro reparto è stato rigidamente ‘tagliato’ in due: aree separate, accessi diversi, percorsi diversi e personale diverso. E questo per avere la certezza che la donna entrasse e uscisse negativa. E con lei la bambina o il bambino. I bambini sono nati tutti Covid negativi ed è proseguito il rooming in: il piccolo, quando possibile, è rimasto con la mamma durante la degenza“.




