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martedì | 18-11-2025

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Politica

Lucia Tanti: “Mezzo milione di euro a quasi 3% degli aretini, scritto dritto su righe storte”

♦️ L’avviso è stato pubblicato dal 2 al 10 aprile e le risorse destinate sono 525mila euro;
♦️le richieste totali sono state 3.325 che sono state analizzate una ad una fino alla giornata di ieri. Abbiamo quindi controllato di media quasi 300 richieste al giorno applicando ad ognuna 5 campi di valutazione per erogare una somma equa;
♦️da questa sera il cittadino può controllare la propria posizione e con un click di conferma del proprio numero di telefono e mail dà il via alla ricezione diretta del buono. Chi lo desidera cartaceo lo ottiene cartaceo. Saranno attivi tre numeri telefonici: 0575.377 777- 179 – 264;
♦️tutti i piccoli esercenti che hanno inteso partecipare sono stati messi nelle condizioni di poterlo fare per tramite delle categorie economiche di riferimento;
♦️ delle 3.325 richieste 737 erano o domande doppie o richieste non valide (richiesta del buono da parte di più componenti della stessa famiglia);
♦️ le domande “vere” sono quindi 2.588 (molte delle quali abbiamo sanato noi là dove è stato possibile farlo), di queste 2.039 sono già immediatamente liquidabili mentre 549 sono sospese o per mancanza di dati necessari alla possibilità di individuare il contributo o perché è stato dichiarato un  introito mensile oltre i 2mila euro che rende necessario comprendere la ragione della richiesta tramite un colloquio con i servizi sociali. Questo è un punto molto importante: ogni caso va preso a sé e quindi se un lavoratore autonomo ha riscosso più di 2000 euro ma ha da pagare i fornitori, ha un collaboratore in regola, ha un affitto da pagare per la propria attività è evidentemente una vittima economica del Covid 19 da sostenere anche se a prima vista potrebbe non sembrare;
♦️ il contributo massimo è di 490 euro e solo 25 sono “tagli” sui 100 euro. Si tratta quindi di buoni sostanziosi in larga parte sopra i 200 euro.
“Possiamo dire che – commenta Lucia Tanti – eccetto le palesi irregolarità, nessuno a priori è escluso. Anche coloro che hanno fatto errori o che hanno dichiarato cifre di reddito o giacenze bancarie a prima vista non giustificanti la erogazione possono dare conto della loro situazione e avere il sostegno necessario. Abbiamo, anche grazie alla generosità degli aretini, e alle possibilità della amministrazione un fondo ancora significativo per sostenere chi è in difficoltà.

Ci abbiamo messo un po’ di tempo, è vero. Abbiamo impiegato 13 giorni per decidere come distribuire mezzo milione di euro a quasi 3% degli aretini. Si poteva fare prima? Si. Bastava fare “a caso”, bastava fare come chi ha escluso anche il 40% dei richiedenti, bastava fare come chi ha avuto fretta e dovuto riaprire i bandi, bastava fare come chi ha lasciato a poco più di una telefonata il modo per richiederli, bastava fare come chi ha tagliato fuori i piccoli lavoratori autonomi perché non “morti di fame”; bastava fare come chi ha umiliato i propri cittadini a fare le file dei “poveri” davanti agli uffici delle politiche sociali costretti magari a ringraziare il politico o funzionario di turno, bastava fare come chi si è liberato di risorse che scottano per ingenza e delicatezza soprattutto perché c’è sempre chi con la strumentalizzazione del disagio degli altri ci costruisce una misera carriera politica. Anche ad Arezzo.

Bastava fare così, ma non lo abbiamo fatto perché i soldi pubblici non esistono ma esistono i soldi degli italiani e mezzo milione di euro non sono pochi, non lo abbiamo fatto perché le persone non si umiliano a fare le file per la “tessera del pane”, non lo abbiamo fatto perché covid 19 ha disegnato un volto nuovo del disagio che dobbiamo avere l’umiltà di dire che non conosciamo ancora e che non possiamo trattare come se fosse uguale al disagio precedente.

Sono stati giorni di sofferenza per me e anche per gli uffici, giorni stretti tra il tempo e l’equità, giorni che hanno fatto capire a tutti come nessuno ha la verità in tasca e chi ha pensato di averla, facendo il tribuno o l’arruffapopolo additando Sindaco e Assessore come gli affamatori di Arezzo o “montando” ad arte chi si trova nel bisogno, ha dimostrato ancora una volta la cattiva abitudine di utilizzare le difficoltà delle persone come clave politiche.

Siamo un’altra cosa. Stasera possiamo dire che Arezzo ha riconosciuto dignità, equità, giustizia e ha scritto dritto su righe storte.

Un grazie a tutti coloro che hanno lavorato in queste ore, a volte a da ultimo spesso anche con tensione, e un grazie enorme alla  Giunta ed in particolare al  Sindaco Ghinelli, agli assessori Marco Sacchetti e Tiziana Nisini (loro sanno perché)”.