Castello di Mammi, il Gruppo Rinascimento Castiglionese: “Finalmente lo sblocco, ma serve chiarezza. Troppi i silenzi”

CASTIGLION FIORENTINO – Dopo mesi di stallo, si è finalmente sbloccato il cantiere al Castello di Mammi, al centro di una vicenda che ha suscitato forti polemiche e interrogativi sulla gestione amministrativa del sito. A intervenire è il Gruppo consiliare Rinascimento Castiglionese, che, in una nota pubblicata online, accoglie con favore la ripresa dei lavori ma torna a puntare il dito contro la mancanza di trasparenza da parte dell’amministrazione comunale.
“Siamo soddisfatti che finalmente si sia arrivati allo sblocco del cantiere – scrivono i consiglieri –. Ma non va dimenticato come tutto sia cominciato: da una bonifica di rifiuti interrati. Un dettaglio tutt’altro che secondario, considerata la delicatezza e la valenza storica del luogo”.
Secondo il gruppo, restano ancora numerosi punti da chiarire, a partire dall’individuazione di eventuali responsabilità. “Serve piena chiarezza sulla vicenda e in tempi brevi. Non è accettabile che un cantiere con mezzi di sbancamento operi a pochi metri dal castello senza che nessuno se ne accorga. Non si trattava di un barbecue nel cortile, ma di un intervento evidente e invasivo”.
Il comunicato torna poi sulle modalità con cui si è proceduto nei mesi scorsi, evidenziando come le segnalazioni pubbliche – anche tramite social – non abbiano trovato una risposta tempestiva da parte del Comune. “Quando sono arrivati post e segnalazioni su Facebook, il Sindaco non ha nemmeno inviato i vigili per un sopralluogo. A fermare i lavori sono stati i carabinieri forestali e la magistratura. Tutto si è svolto sotto gli occhi di tutti, eppure si è scelto di non intervenire”.
Anche i tempi successivi allo stop non convincono i consiglieri: “Le ordinanze comunali per la bonifica e il ripristino sono rimaste ferme per quasi un anno. Nel frattempo abbiamo ascoltato motivazioni improbabili: problemi di notifica all’estero, ferie dei dipendenti, ritardi attribuiti al Comune di Arezzo. Un vero e proprio campionario di scuse istituzionali”.
Infine, il gruppo solleva dubbi sull’opportunità politica di un coinvolgimento diretto di un assessore comunale nella compravendita dell’immobile, di proprietà della Curia. “Un assessore ha agito da procuratore per due acquirenti. Formalmente sarà anche tutto regolare, ma sul piano dell’opportunità politica ci sono legittimi interrogativi, considerando le anomalie che hanno contraddistinto l’intera vicenda”.
“Continueremo a vigilare – concludono i consiglieri di Rinascimento Castiglionese – affinché d’ora in avanti tutto sia fatto secondo le regole”.