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sabato | 07-12-2024

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La fuga dalle regole genera caos

Avevo preso un treno Freccia Rossa. Come tutti sanno in quel tipo di treni la prenotazione è obbligatoria.
Vado a cercare il posto che mi era stato assegnato e lo trovo occupato da una ragazza, mi guardo intorno e mi accorgo che il treno è pressoché semivuoto.
Faccio presente che quel posto era prenotato.
Lei mi guarda come fossi un marziano. Devo ripetere due volte la richiesta. Alla fine si alza indolente, come mi facesse un favore e si allontana borbottando.
Non era una sbandata, era vestita bene, truccata al punto giusto e non credo che avesse bevuto. Era una normalissima giovane ragazza che chissà per quale motivo aveva scelto di sedersi su quel sedile invece che sul suo, perché doveva avere per forza una prenotazione. Eppure mi ha guardato storto come se chiederle di rispettare una regola fosse una prepotenza.
Da parte sua non c’è stata ribellione, oppure un gesto maleducato. Quel che traspariva dai suoi occhi era la pena di chi subisce una imposizione.
Probabilmente la ragazza non conosce il precetto kantiano che dice “chiediti sempre cosa accadrebbe se tutti si comportassero come fai tu”.
Il fatto in sé non è particolarmente grave, eppure quell’atteggiamento del fregarsene delle regole e, soprattutto, del percepire le regole come una camicia di forza, è ormai cosa diffusa. Questo è il punto. Provate a moltiplicare questo (mal) costume. Applicatelo al traffico, alla scuola, alle istituzioni, all’ordine pubblico, ai comportamenti civici: il rigetto delle regole si trasforma in caos.

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