Manovra, agricoltori Coldiretti Arezzo in piazza: “Giù le mani dall’olio Made in Italy”
Occorre difendere l’extravergine italiano nell’ambito dei negoziati internazionali dove il nostro agroalimentare viene troppo spesso usato come moneta di scambio per interessi diversi
Arrabbiati e scontenti, anche da Arezzo gli agricoltori muovono verso Roma capitanati dal Presidente Lidia Castellucci.
Dopo l’approvazione della Manovra sono loro i primi a scendere in piazza, si sono dati appuntamento in migliaia proprio questa mattina alle 9:30 a Roma, in via XX Settembre 20 davanti alla sede del Ministero delle Politiche Agricole.
Motivo della mobilitazione la denuncia dell’assenza nella legge di stabilità delle misure necessarie a garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale per far fronte alle pesanti calamità che hanno colpito importanti aree del Paese e che potrebbero caratterizzare ulteriori territori, a partire dalla Puglia, con il dimezzamento della produzione nazionale di olio di oliva che ha messo in ginocchio il settore.
Si tratta di difendere il prodotto simbolo della dieta mediterranea di fronte ad una crisi storica che va affrontata responsabilmente con interventi straordinari a livello regionale e nazionale, come dimostra lo studio “Salvaolio” presentato durante la mattinata.
“Il crollo della produzione nazionale con l’aumento degli arrivi dall’estero, è evidente il rischio di frodi e sofisticazioni a danno del vero Made in Italy che colpiscono i produttori agricoli e dei consumatori – ha affermato il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci presente alla mobilitazione – occorre difendere l’extravergine italiano nell’ambito dei negoziati internazionali dove il nostro agroalimentare viene troppo spesso usato come moneta di scambio per interessi diversi”.
Nei cartelli dei manifestanti frasi come “Solo promesse per l’olio italiano nessun interesse”, “Produzione dimezzata, olivicoltura dimenticata”, “Chiudiamo i porti al falso olio italiano”, “Fermiamo la Xylella E’ #disastrocolposo” ma anche “Presidente Conte non dimenticare gli ulivi della tua Puglia” per ricordare le origini del premier.
“Con il crollo dei raccolti nel nuovo anno, le importazioni di olio di oliva dall’estero sono destinate a superare abbondantemente il mezzo miliardo di chili con il risultato che sul mercato nazionale più di due bottiglie di olio di oliva su tre conterranno prodotto straniero – spiega il Presidente Castellucci – il rischio per i consumatori è che nelle bottiglie di olio, magari vendute sotto marchi italiani ceduti all’estero o con l’etichetta delle grande distribuzione, si trovi prodotto straniero (tunisino, spagnolo o greco), peraltro favorito da etichette dove l’indicazione della provenienza è spesso illeggibile”.
Durante la mattinata si è tenuto l’incontro di una delegazione guidata dal Presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini con il Ministro Gian Marco Centinaio, incontro durante il quale il ministro ha riconosciuto l’effettivo valore che l’olivicoltura esprime nel nostro Paese, dando risposte e attenzioni alle diverse questioni poste da Coldiretti, Centinaio è poi sceso in piazza ad incontrare gli agricoltori.
Dalla inarrestabile strage provocata dalla Xylella alle contraffazioni, dall’invasione di olio straniero a dazio zero al falso Made in Italy fino ai cambiamenti climatici e gli effetti dei disastrosi eventi estremi, sono solo alcune delle criticità da affrontare per salvare un settore strategico per la salute dei cittadini, il presidio del territorio, l’economia e l’occupazione che vede impegnate oltre 400mila aziende agricole.
“Oggi sulle confezioni – afferma Francesca Lombardi Delegato Regionale e di Arezzo di Giovani Impresa – è praticamente impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva dal primo luglio 2009.
Per non cadere nella trappola del mercato – prosegue Lombardi – il consiglio è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.
E sempre nei nostri mercati – conclude il Delegato – prosegue la raccolta firme Stop Cibo Anonimo per richiedere alla Commissione europea di imporre una dichiarazione obbligatoria di origine per tutti i prodotti alimentari, al fine di prevenire le frodi, proteggere la salute pubblica e garantire il diritto dei consumatori all’informazione”.