Dalle mani di Claudia Chianucci rinasce un “Michelangelo”
Scrive Giorgio Vasari che «Michelangelo è cosa piuttosto celeste che terrena» e quindi potrebbe apparire impossibile, quasi blasfemo, voler riprodurre una sua opera.
Eppure quest’impresa è riuscita ad un’artista castiglionese, Claudia Chianucci che, unitamente al collega Rocco Spina, ha realizzato una copia della Pietà Bandini.
Un lavoro mirabile che da qualche giorno è ospitato in una sala dei Musei Vaticani. Il fatto che la scultura di Claudia e Rocco abbia trovato posto, in maniera permanente, in una delle più grandi collezioni museali del mondo, la dice lunga sull’apprezzamento suscitato dal loro lavoro.
E’ una delle ultime fatiche di Michelangelo, egli l’aveva pensata come monumento funebre per la sua tomba ed è un “prodotto” per certi versi incompiuto e “imperfetto”.
La Pietà Bandini, il cui originale si trova nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze, rappresenta una delle opere più tormentate di Michelangelo.
Il Vasari racconta che un giorno fu invitato a casa di Michelangelo e appena varcata la soglia sorprese l’artista che tentava di mascherare la scultura. Non solo, Michelangelo scagliò al suolo la lucerna che illuminava la zona di lavoro per celare del tutto l’opera. Vasari ebbe la netta sensazione che l’artista fosse sopraffatto dalla frustrazione per la realizzazione di un’opera mastodontica e portatrice di un latente sentimento di morte e quindi volesse nasconderla.
Michelangelo aveva infatti pensato alla Pietà Bandini come monumento funerario per la propria sepoltura. Sentimenti contrastanti che lo portarono a decidere di distruggere la Pietà prendendola a martellate. Come racconta sempre Vasari, sono sostanzialmente tre i motivi che spinsero Michelangelo a compiere quel gesto disperato: la durezza e le impurità del blocco di marmo, l’insoddisfazione tipica dell’artista, e l’assillante insistenza di un servitore che lo incitava a finire l’opera. Lavorare a una copia di quest’opera non deve essere stato semplice eppure il risultato è splendido, tanto da conquistare un posto d’onore in una sede tra le più prestigiose al mondo.
Per fortuna la sua intenzione non ebbe seguito e così oggi Claudia e Rocco posso restituirci la Pietà Bandini in tutta la sua drammaticità e bellezza.