Luci spente nelle piazze, con la demagogia non si riaccendono le lampadine

. Inserito in #madecheseragiona

Si “spengono le luci, tacciono le voci …” cantava Celentano, oggi la stessa canzone la cantano i Sindaci mentre si preparano a spengere l’illuminazione di piazze e monumenti per protesta contro il rincaro della luce.

È davvero un momentaccio, perché dopo essersi tolti la mascherina dovremo toglierci dal capo anche l’illusione che tutto vada bene e tornare a fare i conti con la realtà.
Mai, negli ultimi 50 anni, si era verificato un aumento così forte dei costi dell’energia. E giacché l’energia è alla base di tutto: produzione, consumi, vita domestica e sociale, il futuro rischia di essere freddo (in inverno) e buio nelle notti senza luna. Fino a oggi la pandemia aveva stornato l’attenzione ma, da ora in poi, il prezzo da pagare sarà salato.
Faccio due esempi, per l’elettricità, nel periodo aprile 2021-marzo 2022 la famiglia-tipo si ritroverà a spendere il 68 per cento in più rispetto al periodo precedente (aprile 2020-marzo 2021). Per il gas, invece, la spesa segnerà un +64 per cento rispetto ad aprile 2020-marzo 2021.
Con questi numeri sono comprensibili le preoccupazioni dei primi cittadini, che si ritroveranno a fronteggiare bollette altissime. Fanno bene a preoccuparsi della tenuta dei bilanci, anche se un bilancio comunale presenta margini di flessibilità e di tenuta ben più alti di quelli di una famiglia o di una impresa. Per esempio ci sono comuni che nonostante la crisi pandemica, o forse proprio grazie alla crisi pandemica, presentano consistenti avanzi di amministrazione. Ci sono comuni che investono molto nell’autopromozione, in spese accessorie e in eventi faraonici, tutta roba che in tempo di crisi si può rivedere. Al contrario famiglie e imprese ormai possono tagliare ben poco. Un amministratore pubblico fa bene a preoccuparsi del proprio bilancio ma dovrebbe anche preoccuparsi del fatto che questa mazzata sui costi energetici mette in pericolo qualunque ripresa economica.
Per cui si possono anche spengere per una notte i lampioni e poi che si fa? Il tema è solo quello di avere più soldi dal governo? Forse dovremmo preoccuparci anche e soprattutto di una inflazione che ha ripreso a galoppare, del costo in crescita delle materie prime e dei beni essenziali, in un paese che non vede aumentare da anni stipendi e pensioni. Forse sarebbe opportuno mettere da parte il lamento istituzionale e la retorica che lo accompagna. La politica e le istituzioni devono metterci la faccia e non fare la piangina. Guardiamo come si forma una bolletta, qual è il costo della materia prima, quanto incidono tasse e accise e tiriamo le somme. Il resto è demagogia.

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Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.