La MTV Generation, la nuova generazione perduta

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Quelli della mia generazione hanno vissuto l’ubriacatura degli anni 80, quelli che ci hanno illuso che potevamo avere un tenore di vita rivelatosi proibitivo. Sono anni che inevitabilmente ricordiamo con tanta nostalgia, soprattutto per quelli come me che li hanno vissuti da ventenni.

I nati in quel decennio sono stati ribattezzati “MTV generation”, in onore all’emittente musicale nata in quel periodo e che trasmetteva videoclip di gruppi New Wawe, musicisti diventati popolari in tutto l’emisfero. La definizione più azzeccata per la generazione 80 è però quella di cui parlava Ernest Hemingway riferendosi ai nati all’inizio del 900: “lost generation”, la generazione perduta che visse la giovinezza, e parte della loro vita adulta, nelle due guerre che hanno funestato il 900. La MTV generation è entrata nel mondo del lavoro più o meno a ridosso della crisi economica del 2007, nel peggiore momento dal punto di vista economico, la crisi più devastante dai tempi della grande depressione del 1929. A differenza dei loro padri e dei loro nonni sono impantanati nel precariato, non riescono a mettere un euro da parte e, spesso, quello che accumulano sono soltanto i debiti. Adesso si trovano nel momento della vita in cui uno in teoria dovrebbe guadagnare di più, nella pratica si ritrovano in una nuova Caporetto economica che avrà delle conseguenze devastanti per tutti, in particolare per la MTV Generation. Hanno una famiglia da mantenere, non possiedono risparmi e se hanno una casa devono ancora finire di pagarla. Per colpa del coronavirus il 52% degli under 45 ha perso il lavoro, è stato messo in cassa integrazione oppure ha subito la riduzione delle ore di lavoro retribuito. Come nel caso della lost generation, narrata dal grande Hemingway e segnata da due guerre mondiali, la MTV generation non ha futuro. In pratica è come essere in guerra, però il nemico non indossa una divisa di un altro colore, è quasi invisibile, comunque poco riconoscibile. Prepariamoci al peggio, non vedo all’orizzonte nulla che possa stimolare un minimo di ottimismo, quelli che hanno i soldi e potere cercheranno di approfittarne, di questo statene certi. Le mafie sono già pronte a sfruttare la crisi, aumenteranno coloro che si rivolgeranno agli usurai e si amplificherà il numero della manovalanza a disposizione della criminalità organizzata. In attesa di ritrovarsi tutti in fila alla Caritas per mangiare un boccone approfittiamo del tempo libero a nostra disposizione per guardarci i video musicali degli anni 80, Spandau Ballet e Duran Duran hanno fatto da colonna sonora ai nostri sogni infranti. Ci resta tanta nostalgia per quegli anni straordinari e purtroppo irripetibili, quella non ce la tocca nessuno.

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Massimo Gianni

Massimo Gianni

giornalista iscritto all’Ordine dal 1988, collabora con testate giornalistiche televisive e radiofoniche.