I sindacati alla Banca: "maggiore attenzione alla provincia di Arezzo"

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Lo scorso 29 giugno i Sindacati si sono incontrati con la Direzione Regionale Toscana/Umbria di Intesa Sanpaolo 

 Si è tenuto il 29 giugno l’incontro tra i Sindacati e la Direzione Regionale Toscana Umbria di Intesa Sanpaolo (480 tra filiali e altri punti operativi, più di 4.000 dipendenti), la prima riunione da quando è avvenuta l’aggregazione (12 aprile) di UBI Banca in Intesa. Molti gli argomenti affrontati col Direttore regionale Luca Severini e con altri esponenti aziendali. Per numero di dipendenti - circa seicentocinquanta - e per la sua specificità, la provincia di Arezzo ha la necessità di una maggiore attenzione da parte della banca, quando invece ad oggi abbiamo visto solo chiusure di filiali già avvenute e altre già annunciate entro fine anno. Quindici chiusure di agenzie nell’arco di otto mesi, "è un segnale - dichiara Fabio Faltoni, segretario provinciale coordinatore della FABI – Federazione Autonoma Bancari Italiani - molto negativo e che dovrebbe far riflettere anche le istituzioni e le categorie economiche. Poi, servono nuove assunzioni anche in questo territorio, delle tremilacinquecento annunciate dalla banca a livello nazionale. A dispetto di quanto affermato dai vertici di Intesa, la fusione di UBI ha evidenziato molte e - in certi casi -gravi criticità, che si ripercuotono ancora oggi su clienti e dipendenti. Vogliamo più personale, maggiore e migliore formazione, per i dipendenti provenienti da UBI, nonché una revisione degli organici delle filiali e delle altre funzioni aziendali presenti, alcune delle quali in grande sofferenza. Stiamo contrastando le indebite pressioni commerciali che si abbattono sulla testa dei lavoratori. Anche se Intesa è la prima e la più ricca banca italiana, non può permettersi tutto. I dipendenti della provincia di Arezzo sono dei professionisti, molto preparati, che sanno bene come svolgere il loro lavoro. Infine, non ci rassicura quanto emerso nella riunione del 29 giugno in merito al palazzo di Via Calamandrei, dove lavorano più di trecento persone. Infatti, se da una parte il direttore Severini ha positivamente parlato della necessità di apportare migliorìe alla struttura, dall’altra non si è sbilanciato sulla sorte della ex direzione generale di BancaEtruria oltre un anno di tempo a partire da oggi. Un po’ poco, per non dire peggio, per centinaia di lavoratrici e lavoratori e per un presidio di così grande importanza. La FABI locale e della Toscana farà di tutto per la massima sicurezza e per la migliore valorizzazione dei lavoratori di tutte le strutture presenti nella provincia di Arezzo; contiamo che anche la Direzione regionale voglia intraprendere questa strada".    

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