Banca Intesa, chiusura filiali: il muro del sindacato

. Inserito in Lavoro

La segretaria generale della Cisl di Arezzo, Silvia Russo, è perentoria: “non si può continuare con questo passo!”

L'inattesa decisione di Banca Intesa di chiudere altre 6 filiali nella provincia aretina non avrà altro effetto se non quello di depauperare ancor di più il nostro territorio. Una riduzione di presenza fisica con ulteriori accorpamenti che porta problemi soprattutto alla piccola clientela, quella radicata nei paesi e maggiormente bisognosa di servizi a sé vicini.

Spariscono le filiali di Capolona, Alberoro e Olmo, ricollocate la prima su Subbiano e le altre due su Pieve al Toppo, e vengono meno storiche filiali aretine ora concentrate tutte in via Roma, nella sede sotto i Portici. Il tutto in nome di una razionalizzazione che non riguarda solo questa provincia ma, mal comune non fa mezzo gaudio, tutt'altro. Ancora una volta viene meno quella vicinanza alla clientela che ripone fiducia nei lavoratori, prima ancora che nella banca in cui essi operano.

Non solo il sindacato, ma le istituzioni tutte, a cominciare dal mondo politico, devono farsi carico di questo problema.

Dalla scomparsa di Banca Etruria non c'è più un punto di riferimento locale per le imprese del territorio che sono sempre più lasciate a se stesse e diventano aggredibili dalla malavita organizzata, che approfitta di questa assenza e vi si insinua distorcendone l'attività, così come è emerso anche nel dibattito tenutosi a Terranuova Bracciolini il 19 giugno assieme a Libera, alla Fondazione Caponnetto con Sen. Morra (Presidente della commissione Antimafia) ed il procuratore di Arezzo dott. Rossi.

“Naturalmente come Cisl unitamente con la categoria, conclude Russo, tuteleremo i lavoratori interessati a queste ennesime improvvide chiusure verificandone una loro corretta riallocazione che non porti a perdite di professionalità e che il tutto avvenga nel massimo rispetto delle normative previste dal contratto di settore”.

Tags: Intesa Sanpaolo CISL Arezzo