Polizia Penitenziaria di Arezzo, ancora stato di agitazione

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Ogni turno va dalle 6 alle 9 ore continuative con un notevole carico psicofisico. CGIL, CISL, UIL E CNPP all'attacco.

"Non abbiamo avuto alcuna risposta alle nostre istanze e questo è inaccettabile". Gli agenti della Polizia Penitenziaria di Arezzo non ci stanno e, soprattutto, non possono permettere che i propri diritti, i diritti dei lavoratori, siano calpestati.

"Il nostro è un compito delicato, di fondamentale importanza per l'ordine pubblico e l'intera società e per questo, responsabilmente, non incrociamo le braccia e non interrompiamo il servizio. I turni di 6-9 ore consecutive a cui siamo sottoposti sono ormai eccessivamente gravosi, soprattutto considerato il carico psicofisico che richiede il nostro lavoro. Oltre a questo l'amministrazione, scavalcando gli adempimenti in materia sindacale, ha imposto un provvedimento che obbliga i dipendenti a turno e al bisogno a spostarsi nella struttura di Siena per una settimana h24, al fine di far fronte alla carenza di personale, senza tener conto che così facendo sottopone gli agenti ad un carico insostenibile, danneggiando nel contempo l'andamento della struttura di Arezzo. In risposta all'apertura dello stato di agitazione del 14 febbraio scorso il Provveditorato ha congelato è differito a data da destinare ferie e riposi programmati. Ci vediamo costretti a dimostrare il nostro profondo disaccordo e disappunto disertando la mensa, un gesto mortificante che speriamo induca l'amministrazione finalmente al confronto costruttivo con le rappresentanze del personale".

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