Il lavoro ai tempi del coronavirus: alla Asl il 60% dei dipendenti da remoto
Smart working. Anche la Asl cerca di tutelare più dipendenti possibile dal contagio del coronavirus. Alla AUSL sud est il 60% dei dipendenti del comparto lavora da casa.
Smart working. Anche la Asl cerca di tutelare più dipendenti possibile dal contagio del coronavirus. Alla AUSL sud est il 60% dei dipendenti del comparto lavora da casa.
Per seguire le prescrizioni decise per fronteggiare il COVID-19 e garantire la massima sicurezza, cambiano le modalità di stare vicino a lavoratori e pensionati e di erogare i servizi dal 12 marzo al 3 aprile, ma non viene meno l'impegno della CISL.
Anche la CGIL si riorganizza in considerazione del COVID-19 e dei decreti del Governo. Da oggi le sedi non consentono il libero accesso al pubblico. Il personale indispensabile è al lavoro per continuare a garantire ai lavoratori e ai pensionati i servizi essenziali e le pratiche non differibili.
"Le disposizioni contenute nel DPCM dell'11 marzo - pur definendo ulteriori e necessarie indicazioni - riferite alle oggettive ed effettive condizioni o possibilità di molteplici realtà produttive, commerciali e di servizio non offrono a nostro avviso la necessaria garanzia al contenimento del COVID-19". I segretari provinciali di CGIL, CISL e UIL scrivono alle istituzioni e alle categorie economiche.
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