L’umile frate dalla grande cultura: Padre Innocenzo e lo speciale legame con la Valdichiana

. Inserito in Eventi e Cultura

Tra i vari Personaggi che hanno contribuito alla riscoperta di monumenti, vicende e opere d’arte della Valdichiana, non posso dimenticare Padre Innocenzo Fanfani, all’anagrafe Oliviero. Un umile cappuccino, conforto per i ricoverati del glorioso Ospedale di Castiglion Fiorentino, grande mente e immensa cultura.

Padre Innocenzo nacque a Tuoro sul Trasimeno il 24 febbraio 1924. Il suo nome era Oliviero. All’età di 16 anni decise di entrare nell’Ordine dei Frati Cappuccini e vestì il saio francescano al Convento delle Celle di Cortona nel 1940.

Seguì la formazione nel seminario dei Cappuccini presso il convento di Ponte a Poppi. Fu ordinato sacerdote a Firenze, nel 1948. Nell’aprile di quell’anno celebrò la sua Prima Messa nel suo paese natale, Tuoro.

Considerata la sua preparazione e la sua intelligenza, i suoi superiori lo inviarono negli Stati Uniti, dove rimase sei anni ad insegnare la Lingua italiana ai novizi statunitensi.

Rientrato in Italia nel 1953, fu inviato presso l’Università di Cambridge (GB) a frequentare un corso di specializzazione in lingua inglese. Al rientro in Italia iniziò ad insegnare Lingua e Letteratura Italiana, Latina ed Inglese presso vari conventi della Provincia Cappuccina toscana.

Dopo periodi passati nei conventi di Poppi e di Arezzo, nei primi Anni Ottanta fu mandato nel Convento dei Cappuccini di Castiglion Fiorentino, dove rimase parecchi anni. Benvoluto e apprezzato da tutti, intrecciò amichevoli relazioni con gli studiosi locali, che ne constatarono la solida preparazione.

Padre Innocenzo fu nominato Cappellano dell’Ospedale castiglionese, dove passava ore ed ore a confortare amorevolmente i ricoverati. Si muoveva con un ciclomotore Ciao e faceva piacere vederlo transitare per le strade di Castiglioni e dei paesi vicini, impettito nello stringere il manubrio e con il saio svolazzante.

Padre Innocenzo intervallava l’attività di sacerdote e di cappellano con quella di ricercatore. Passava diverse ore negli archivi e biblioteche di Castiglion Fiorentino, di Cortona, di Arezzo e anche di alcuni grossi conventi cappuccini, come quello fiorentino. Il frutto di queste sue ricerche fu in parte pubblicato in due fondamentali volumi, dedicati al suo convento castiglionese e al celeberrimo Santuario del Bagno.

Il primo volume è “Pieve di Retina e Presenza Francescana a Castiglion Fiorentino”, (Editrice Grafica L’Etruria, Cortona 1982), inserito nella benemerita Collana “I Quaderni della Biblioteca” di cui ne aprì la lunga serie. Non ho difficoltà a definire questo lavoro di Padre Innocenzo una vera “chicca”, alquanto simile all’altra di Mons. Tafi (Una piccola chiesa di campagna, San Donato a Pergognano). L’Autore affronta l’indagine sulla Pieve di Rètina, allargando l’orizzonte al territorio circostante, dandoci notizie storiche anche inedite su altre chiese, conventi, affreschi, tele e sulla stessa storia castiglionese. Il modo di esporre in maniera chiara e piana facilita la lettura e la rende piacevole.

L’altro volume è “Il Santuario della Madonna del Bagno presso Castiglion Fiorentino”, (Editrice Grafica l’Etruria, Cortona 1991). In questo volume Padre Innocenzo indaga le origini della prima chiesa del Bagno, ipotizzandone le iniziali tracce al XIV secolo. Poi, ne segue tutte le vicende, con quell’acribia storica che contraddistingueva i lavori di Padre Innocenzo, arrivando proprio agli Anni Novanta del Novecento.

Nel ricordo di Padre Innocenzo, comparso nella rivista dei Padri Cappuccini, si legge: “non perse tempo, anzi seppe trovarne tanto da dedicare allo studio e alla stessa ricerca storica. Fu esemplare nel custodire la memoria storica dei luoghi, dove si trovò a vivere, e nel tramandare quella umile del presente vissuto”.

Padre Innocenzo aveva anche altre indagini in corso e mi passò dei documenti importantissimi per le vere origini e la reale collocazione del Convento delle Clarisse del Giuncheto, correggendo i precedenti studiosi che si erano occupati della questione. Però, con il calo delle vocazioni, i frati cappuccini iniziarono a mancare e il Convento castiglionese fu soppresso. Padre Innocenzo fu spedito al Convento del Pestello di Montevarchi, dove lo andai a trovare più volte.

Un giorno che tornai al Pestello ebbi una brutta sorpresa. I frati non c’erano più e al posto del convento c’era una comunità per ex drogati. Non sapevo dove cercare l’amico frate.

Mi aiutò Baldassarre: quando nel lontano 2001 iniziai a cercare sue tracce sull’Amiata, pensai di telefonare ai Cappuccini di Arcidosso, dove secondo un autore dell’Ottocento c’era una croce collocata dall’Audiberti. Telefonai al convento e quando dissi come mi chiamavo, dall’altra parte sentii parole di gioia: era Padre Innocenzo. Mi fornì notizie, documenti e il nome di un ricercatore locale che aveva censito quasi tutte le croci di Baldassarre dell’Amiata!

Andai a trovarlo e spesso ci scrivevamo e sentivamo. Nel 2010, poco dopo Natale, gli portai ad Arcidosso il libro dedicato a Baldassarre, che per una strana coincidenza era stato pubblicato da una Casa Editrice di Arcidosso. E ho sempre avuto il dubbio che sia stato proprio Padre Innocenzo a parlare del mio lavoro all’editore Mario Papalini …

Ad Arcidosso erano rimasti pochi frati, tutti anziani. Il più giovane (si fa per dire) era di Castiglioni. Padre Innocenzo era sempre ricco di spirito, ma mi sembrò affaticato.

Poco tempo dopo, subentrate delle complicanze lo portarono al convento di Montughi. È morto a Firenze l'8 aprile 2011.

Le esequie furono celebrate a Tuoro e il nipote, Rodolfo Pacini - ex sindaco del paese del Trasimeno – fece piangere tutti quando raccontò quale fosse stata la fedeltà a “Madonna Povertà” dell’umile Frate dalla grande cultura.

Padre Innocenzo è sepolto nel cimitero di Tuoro sul Trasimeno.

A Castiglioni, ma anche sull’Amiata, ci sono tante persone che lo ricordano con grato affetto per il Bene che ha seminato, per le carezze che ha donato e per le storie che ha raccontato.

Grazie!

Tags: Valdichiana Padre Innocenzo

Santino Gallorini

Santino Gallorini

Appassionato di storia fin da ragazzino, ho continuato ad interessarmi all’argomento crescendo. Molto curioso e molto determinato, spesso fortunato, ho portato avanti parecchie indagini mettendo in luce fatti e personaggi dimenticati e suscitando l’interesse di molte persone.