CNA: fisco, imprese aretine costrette a lavorare fino al 23 luglio per pagare le tasse

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Ad Arezzo, città più virtuosa in Toscana, il 56,1% del reddito d'impresa è assorbito dalla tassazione.

 “La pressione fiscale è in aumento – commenta Franca Binazzi Presidente CNA Arezzo – L’ingombrante socio pubblico delle nostre imprese (fisco nazionale, regionale e comunale) continua a divorare risorse e lavoro.
Arezzo si mantiene stabile nella classifica nazionale della tassazione aziendale con il 9° posto su 137 città italiane ma per le imprese il barometro continua a segnare brutto tempo”.

Il rapporto 2018 dell’Osservatorio permanente CNA sulla tassazione delle pmi esamina la dinamica e le differenze del total tax rate sulle piccole e medie imprese in 137 città italiane, a partire dai capoluoghi di provincia e di regione.
La tassazione italiana si conferma ancora una volta fra le più alte in Europa.

La stima della pressione fiscale ad Arezzo registra un aumento, seppur minimo, negli ultimi due anni: dal 55,7% del 2016 al 55,9% del 2017 fino al 56,1% di quest’anno (considerando la somma versata in Irpef e relative addizionali regionali e comunali, Irap, Imu/Tasi, tassazione rifiuti e i contributi previdenziali).
Il Centro Studi CNA ogni anno analizza i dati riferiti all’impresa tipo italiana, con un laboratorio e un negozio, ricavi per 431mila euro, 5 dipendenti, 50mila euro di reddito.

“Tradotto in cifre il quadro è sconfortante – osserva la Presidente Binazzi – lunedì 23 luglio è il giorno in cui l’imprenditore aretino smette di lavorare per pagare le tasse e comincia a lavorare per sé e per la sua famiglia, ma con un reddito d’impresa quasi dimezzato (-44%): i 50mila euro scendono a 21.939 euro, meno dello scorso anno (22.064 euro) ma soprattutto al di sotto di quel tetto di 24 mila euro che permette ai suoi dipendenti di ottenere il bonus Irpef di 80 euro al mese”.

Un dato positivo? “Arezzo occupa il miglior posto in classifica sui 15 comuni toscani oggetto d’indagine – evidenzia Franca Binazzi - nel confronto Firenze non è solo l’ultima in Toscana ma tra le peggiori in Italia visto che è salita al 134° con una pressione fiscale del 69,5% ed il tax free day fissato niente meno che al 10 settembre. Restringendo il campo alla Toscana del Sud, Siena è 75esima e Grosseto 119esima: salta all’occhio l’incidenza dell’imposizione immobiliare locale: rispetto ad Arezzo, l’Imu/Tasi di Siena raddoppia mentre quella di Grosseto risulta addirittura più che triplicata.
Anche per le tariffe sullo smaltimento dei rifiuti emergono differenze rilevanti: dai 1.066 euro di Arezzo ai 1.162 euro di Grosseto per finire ai 1.837 euro di Siena.
Risulta chiaro che siamo ancora lontani dal compimento di un processo di armonizzazione”.

Nel rapporto CNA salta all’occhio la differenza tra città e città a parità d’impresa.
Lo scarto tra Gorizia, la città più virtuosa dal punto di vista fiscale, prima in classifica con un total tax rate del 53,8%, e Reggio Calabria l’ultima della lista, con il 73,4%, è quasi di venti punti. Numeri da vertigine.
Un abisso che si conferma anche nella classifica del tax free day: la prima città si è liberata il 14 luglio, l’ultima il 24 settembre.
Un divario di quasi due mesi e mezzo.

“Sembra un altro pianeta eppure stiamo parlando di Italia – chiude la Presidente CNA - Un quadro complessivo che continua ad essere insostenibile.
È necessario ridurre la tassazione su artigianato e PMI e semplificare ad ogni livello gli adempimenti che determinano costi indiretti sulle imprese e ne minano la produttività”.

 

 

 

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