Superbonus, Inarsind: "Ben vengano i controlli, ma non si demonizzi il provvedimento"

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L’associazione sindacale di categoria interviene contro le facili generalizzazioni legate al provvedimento del Superbonus. “Ben vengano accertamenti e sanzioni per le violazioni - dichiara Carmelo Russo, presidente Inarsind - ma si guardi con obiettività al lavoro di architetti e ingegneri”.

“Parliamo del Superbonus: il comparto edile ha conosciuto aumenti della massa salariale che non si vedevano da un decennio. Poi gli interventi legati al superbonus hanno contribuito all’aumento del PIL dell’intero Paese e all’efficientamento energetico e strutturale di un patrimonio edilizio composto da edifici energivori e inadeguati sismicamente. Non solo: i compensi ai professionisti sono determinati dall’applicazione di uno specifico decreto ministeriale”.

Sono parole del presidente di Inarsind, Carmelo Russo, che a nome degli ingegneri e architetti liberi professionisti che rappresenta, non accetta “la strumentale demonizzazione del provvedimento e di chi lo applica facendo un enorme servizio al Paese, alla società e all’economia nazionale”.

“I superbonus, ovvero le ormai note agevolazioni fiscali che riguardano il settore dell’edilizia, spiega infatti la nota Inarsind - sono stati oggetto di forte interesse mediatico dalla loro introduzione. In particolare alcuni autorevoli programmi hanno, fino a qualche settimana fa, posto la propria attenzione sulle frodi correlate ai bonus, facendo emergere un quadro devastante, come se la misura non stesse funzionando e fosse servita esclusivamente ad un ristretto numero di disonesti per arricchirsi ed ai professionisti, ingegneri ed architetti, per applicare esose percentuali sull’importo dei lavori”.

 “A fronte di ciò – approfondisce il testo -  passano invece sotto silenzio informazioni importanti poco note ai più: dalle costose polizze obbligatorie per i professionisti,  alle grandi responsabilità che ricadono su progettisti e direttori dei lavori, le cui violazioni sono sanzionabili con pene pecuniarie e detentive che non hanno eguali neanche rispetto ad analoghi e/o più gravi reati. Per non dire sulle difficoltà di dovere procedere tra le incertezze interpretative di una norma che in due anni è stata modificata, in maniera significativa, ben quindici volte”.

“Non è quindi possibile accettare  - conclude Russo - alcuna generalizzazione: ben vengano accertamenti e sanzioni per le violazioni, ma nel contempo si guardi con obiettività al lavoro di architetti e ingegneri, ma più in generale di tutte le professionalità coinvolte, che svolgono la propria attività con serietà e coscienza, per cogliere un’occasione di sviluppo in direzione ecosostenibile e migliorare la sicurezza dei cittadini. Chiediamo di operare in un mercato in cui il sospetto non preceda l’obiettivo accertamento dei fatti e che consenta di svolgere con serenità la professione”.

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