Moda aretina in sofferenza, Frangipani: "Senza riapertura a brevissimo fuori dai mercati mondiali"

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Made in Italy a rischio. L'appello alle autorità per il via libera alla produzione da Giordano Frangipani, presidente provinciale di Confartigianato Moda: "Chi non troverà le nostre produzioni di filiera le andrà a cercare in altri Paesi".

"Se non riapriremo le nostre aziende a brevissimo - entro il 20 di aprile o comunque nell'immediatezza di questa data - non avremo i tempi tecnici per consegnare le produzioni autunno/inverno 2020-2021, che vanno pubblicizzate entro luglio in tutto il mondo". È l'allarme che lancia con vigore Frangipani, presidente del settore moda e accessori di Confartigianato Arezzo, settore che conta centinaia di aziende in provincia che in questo momento sono sull'orlo del baratro per il fermo industriale provocato dal diffondersi del COVID-19.

"Per la moda", spiega il presidente di Confartigianato Moda aretina, "la partita per il futuro delle imprese si gioca soprattutto sulla ripartenza della filiera e sulla possibilità (ovviamente lavorando in condizioni di sicurezza) di procedere per approntare le prossime collezioni: vedere le nostre città deserte con tutte le saracinesche abbassate è impressionante, ma dobbiamo reagire, in particolar modo devono reagire le nostre imprese con il sostegno e l'aiuto concreto di tutti. La produzione è assolutamente in grado di rispettare tutti i protocolli di sicurezza e di igiene, nel rispetto della salute nostra e dei nostri dipendenti ovviamente, così da poter continuare a realizzare prodotti del made in Italy di alto livello, con le peculiarità proprie nell'uso dei materiali e dell'estetica, perché come Paese siamo maestri del bello e del ben fatto".

"Dire che sia necessaria liquidità per ripartire è un eufemismo, e pensare che", insiste il titolare del Gruppo Frangipani, "i finanziamenti previsti da soli possano risolvere la questione appare improprio. Il nostro settore della moda è un'industria stagionale: i passaggi produttivi e commerciali sono molto rigidi, rigorosamente di sei mesi in sei mesi. Ovvero, si parte con nuove collezioni che vanno presentante, vendute e consegnate e senza un velocissimo sblocco produttivo - che ripeto, è assolutamente indispensabile - non potremo produrre in tempo utile le collezioni primavera/estate 2021".

E a questo si aggiunge un rischio forse ancora maggiore: "Chi non trova le nostre produzioni di filiera", dice ancora Giordano Frangipani, "le andrà a cercare in altre parti del mondo. E una volta che questo sarà accaduto, nessuno ci può garantire che torni da noi quando saremo nuovamente operativi. Per far ripartire quindi in maniera sana e duratura le nostre imprese è importante poter recuperare la nostra competitività a livello mondiale, magari con un adeguato abbassamento dei costi fiscali sulle imprese e sulle nostre qualificatissime maestranze".

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