Banca Etruria, Consob sapeva. Giorgianni: "Non ci siamo, agli amministratori vengono tolte le multe"

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La corte d'appello di Firenze annulla le sanzioni per 2,8 milioni di euro. Critica Letizia Giorgianni: "Segreto di Pulcinella, agli amministratori vengono persino tolte le multe", mentre Codacons annuncia una nuova azione risarcitoria

"Non ci siamo per niente - commenta critica Letizia Giorgianni, dell'associazione risparmiatori - la notizia che la Consob conoscesse del dissesto di Banca Etruria già dal 2013, ci sembra tanto il segreto di pulcinella! Intanto agli amministratori vengono persino tolte le multe e Tria tiene per sè le deleghe sulle banche". 

Secondo la Corte d'Appello di Firenze, presieduta dal giudice Edoardo Monti, relatore il magistrato Domenico Paparo, grazie ai documenti e alle informazioni ricevute da Bankitalia, la Consob quindi era a conoscenza, fin dal 6 dicembre 2013, della crisi in cui versava Banca Etruria e dunque le sanzioni comminate ad amministratori e sindaci per le supposte mancate informazioni contenute nel prospetto dell'aumento di capitale di fine 2013 sono frutto di un procedimento avviato tardivamente. Annullate quindi alcune sanzioni emesse dall'Autorità dei mercati finanziari nel 2017 in relazione alla vicenda Banca Etruria. Sanzioni comminate per le supposte mancanze informative contenute nel prospetto relativo all'aumento di capitale effettuato nel 2013 per rafforzare il patrimonio dell'istituto.

In definitiva,  Massimo Tezzon, ex presidente del collegio sindacale e promotore del ricorso, già segretario della stessa Consob, multato per 84 mila euro. Con lui, i sindaci revisori Paolo Cerini, Gianfranco Neri, Carlo Polci (72 mila euro ciascuno) e il consigliere del cda Andrea Orlandi (144 mila euro) non potevano essere sanzionati da Consob. Per traslazione, lo stesso potrebbe valere per il presidente Giuseppe Fornasari (195 mila euro), l’ex Direttore generale Luca Bronchi (200 mila euro) e Pierluigi Boschi, papà di Maria Elena, che si era visto comminare una sanzione di 120 mila euro.

Dalle motivazioni emerge che gli elementi informativi forniti da Bankitalia alla Consob avrebbero delineato una situazione tale "da fornire gli elementi conoscitivi necessari e sufficienti per iniziare la verifica ispettiva di spettanza della Consob, che invece è iniziata due anni più tardi.

 "In sostanza - si legge nelle motivazioni - essendo Consob venuta a sapere da Banca d'Italia il 6 dicembre 2013 che Banca Etruria era sull'orlo del commissariamento a meno che non si fondesse con una banca più grande, delle due l'una: o si riteneva (o quantomeno si sospettava) che il prospetto pubblicato pochi mesi prima non avesse dato contezza di ciò e quindi sarebbe stato falso e fuorviante (come in effetti Consob è venuta a contestare a ottobre del 2016), ma allora Consob doveva cominciare subito l'indagine; oppure - proseguono i giudici - si accertava che il prospetto aveva rappresentato correttamente al pubblico degli investitori la situazione economica dalla banca emittente, ma allora non si poteva irrogare alcuna sanzione".

"Dalle motivazioni con cui la Corte d’Appello di Firenze ha deciso di cancellare alcune delle multe emesse da Consob nel 2017, (perché secondo i giudici conosceva la situazione grazie a documenti e informazioni ricevuti da Bankitalia), ne consegue quello che noi sosteniamo da tempo riguardo la responsabilità diretta degli organi di Vigilanza" commenta Letizia Giorgianni.

"Risulta dunque - continua - con comprovata evidenza che Consob fosse stato informata del dissesto già nel 2013. Ma nulla fece a riguardo. Come nulla di concreto è stato fatto da Banca d'Italia. Gli apicali organi di vigilanza si sono sempre fermati ad azioni di contrasto deboli e tardive: prima permettevano che dentro quelle banche avvenissero operazioni spericolate ed indecenti e poi si limitavano a multe ridicole, che il più delle volte non venivano neppure pagate dagli amministratori di quelle banche. Ma si sta girando sempre intorno alle stesse informazioni, senza tener ancora conto delle conseguenze. Che i controllori non avessero fatto il loro dovere è il segreto di Pulcinella. La truffa è stata sistemica, e non solo allo sportello. Lo gridiamo da anni, e siamo sempre più amareggiati di dover constatare che nonostante tutto, le vittime sacrificate nell'altare di un sistema corrotto e non più funzionale siano ancora i risparmiatori. Di concreto in questa sentenza vediamo solo l'annullamento delle sanzioni agli amministratori che hanno portato la banca al crac, che alla fine, siamo pronti a scommettere, ne usciranno completamente impuniti. Sul fronte dei rimborsi invece ancora nessuna certezza e sono migliaia i risparmiatori intrappolati nelle maglie dell'arbitrato Anac che non hanno nessuna notizia sul procedimento. E la notizia che Tria abbia avocato a se' la delega sulle banche assomiglia tanto ad una bocciatura delle promesse di Bitonci e Villarosa; che da oggi potranno anche scaricare sul Ministro le responsabilità per non aver potuto mantenere le proprie promesse elettorali".

Intanto, l'associazione di consumatori Codacons va all'attacco e annuncia che la Consob "sarà chiamata a risarcire i risparmiatori truffati". "Con tale sentenza i giudici mettono nero su bianco quanto già emerso nel corso delle indagini sia del Codacons, sia della magistratura - commenta il presidente dell'associazione Carlo Rienzi - Non può non ravvedersi un nesso tra i gravi ritardi nell'attività di vigilanza degli organi preposti e le perdite economiche subite dai risparmiatori di Banca Etruria".

"In tal senso - conclude Rienzi - il Codacons promuoverà nelle prossime settimane una causa risarcitoria contro Bankitalia e Consob, alla quale potranno aderire tutti gli investitori che a causa delle crisi bancarie hanno perso i propri risparmi".

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Guido Albucci

Guido Albucci

Di tante passioni, di molti interessi. Curioso per predisposizione, comunicatore per inclinazione e preparazione